Associazione Culturale
Il Frentano d’Oro

Massimo Spadano


Associazione Culturale Il Frentano d’Oro


Edizione XXIII del 2022 al M° Massimo Spadano, Musicista.
17 settembre 2022.

Il M° Massimo Spadano, Musicista.

LA STAMPA
26 agosto 2022:
https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2022/08/26/il-frentano-doro-2022-al-musicista-massimo-spadano_0f4f6ee8-ed3f-46c7-8213-07eb5b068cce.html
https://www.chietitoday.it/attualita/frentano-d-oro-2022-violinista-direttore-orchestra-massimo-spadano-lanciano.html
https://chiaroquotidiano.it/2022/08/26/e-il-musicista-massimo-spadano-il-frentano-doro-2022/
https://www.abruzzoinvideo.tv/attualita/il-frentano-d-oro-2022-al-violinista-e-direttore-d-orchestra-massimo-spadano-it126001__a40876.html
http://www.tgmax.it/lanciano-xxiii-frentano-doro-al-musicista-massimo-spadano/
https://www.metropolitanweb.it/?tag=frentano-doro-2022
https://www.abruzzonews.eu/xxiii-frentano-doro-maestro-spadano-insignito-titolo-638664.html
27 agosto2022:
https://www.ilcentro.it/chieti/il-frentano-d-oro-2022-al-violinista-spadano-orgoglio-di-lanciano-1.2980698
https://www.rete8.it/cronaca/lanciano-il-frentano-doro-2022-al-violinista-spadano/
https://www.lanciano24.it/cronaca/2022/08/27/al-musicista-e-violinista-di-fama-internazionale-massimo-spadano-va-il-frentano-doro-2022/
https://www.zonalocale.it/2022/08/27/il-m-spadano-e-il-23esimo-frentano-doro/
16 settembre 2022:
https://www.corrierepeligno.it/9556/domani-al-fenaroli-di-lanciano-la-consegna-del-xxiii-frentano-doro/
17 settembre 2022:
Agenzia Scribo di Giuseppina e Nicoletta Fazio.
LA STAMPA LOCALE PARLA DEL FRENTANO D‘ORO. COMUNICATO STAMPA.
https://m.facebook.com/676081069210346/videos/822162868794197/?so=permalink
https://m.ultimissimominuto.com/eventi/abruzzo/chieti/71315/
19 settembre 2022:
https://abruzzo.life/2022/09/19/frentano-doro-2022-grande-successo-a-lanciano/
22 settembre 2022:
https://www.abruzzolive.tv/cultura-spettacoli/lanciano-massimo-spadano-vince-la-xxiii-edizione-del-frentano-d-oro-it32841.html

Conferenza Stampa del 27 agosto 2022: nomiato Garante 2022 il M° Massimo Spadano, secondo da dx, accanto al Sindaco Avv. Filippo Paolini.
Da sin., tre componenti del Comitato direttivo: Manuela De Benedictis, Stefano Graziani, Mario Giancristofaro

L’ALBO D’ORO del Frentano.
I Edizione 1998: Maestro MARIO CEROLI, Scultore, conosciuto in tutto il mondo e definito dalla critica internazionale il moderno Leonardo, che trasforma in arte i più umili elementi della natura. Alla cerimonia hanno partecipato in veste di relatori i critici d’arte Prof. Domenico Policella e lo studioso di Etnia Frentana Padre Gian Maria Polidoro Frate della Porziuncola Madonna degli Angeli di Assisi.

II Edizione 1999: Prof. MARCELLO DE CECCO, insigne Economista, Professore ordinario di Economia Monetaria, Storico ed Editorialista di prestigiose testate di giornalismo economico. Alla cerimonia hanno partecipato in veste di relatori il Prof. Luigi Spaventa, già Ministro del Tesoro ed il giornalista Paolo Gambescia.

III Edizione 2000: Prof. ALESSANDRO PACE, eminente Costituzionalista, Professore ordinario di Diritto Costituzionale. Alla cerimonia sono intervenuti come relatori il Prof. Leopoldo Elia emerito Presidente della Corte Costituzionale ed il Prof. Carlo Mezzanotte, Giudice Costituzionale.

IV Edizione 2001: Ing. GUERRINO DE LUCA, Amministratore Delegato e Direttore Generale della “Logitech International”, leader mondiale dell’alta Tecnologia. Alla cerimonia è intervenuto come relatore dagli Stati Uniti l’Ing. Enzo Torresi “Venture-Capitalist”, fondatore delle più prestigiose aziende americane di informatica.

V Edizione 2002: Maestro DONATO RENZETTI, Direttore d’Orchestra, nome tra i più insigni nel panorama concertistico nazionale ed internazionale. Alla cerimonia sono intervenuti quali relatori: il Prof. Walter Tortoreto Direttore dell’Istituto di Musica della Università degli Studi dell’Aquila ed il Prof. Piero Rattalino, Direttore artistico del Teatro Massimo di Catania.

VI Edizione 2003: Prof. DOMINIK SALVATORE, Economista, Professore Universitario alla Fordham University di New York, Consulente Economico delle Nazioni Unite, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale. Alla cerimonia di consegna del premio sono intervenuti quali relatori il Prof. Carlo Pace, Presidente di Sviluppo Italia ed il Prof. Carlo Secchi, Magnifico Rettore della Università Bocconi di Milano.

VII Edizione 2004: Prof. TAZIO PINELLI, Professore Ordinario di Fisica Nucleare presso l’Università di Pavia, divenuto famoso nel mondo per avere condotto con la collaborazione dei Fisici Nucleari della stessa Università una lunga ricerca dedicata allo sviluppo di una originale terapia per la cancerosi diffusa negli organi umani mediante un innovativo trattamento con neutroni. Alla cerimonia sono intervenuti come relatori il Prof. Alberto Gigli Berzolari, già Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, emerito Rettore della Università di Pavia ed il Dott. Stefano Graziani, chirurgo presso l’Ospedale “Renzetti” di Lanciano.

VIII Edizione 2005: Prof. DOMENICO de ALOYSIO, Professore Ordinario e Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica presso la Università di Bologna. Relatori il Prof. Francesco Antonio Manzoli, Professore Ordinario di Anatomia Umana Normale della Università di Bologna e la Prof.ssa Maria Luisa Altieri Biagi, Professore Ordinario di Storia della Lingua Italiana, Accademica effettiva della Crusca e dell’Istituto delle Scienze dell’Università di Bologna.

IX Edizione 2006: NICOLA CERRONE, Maestro dell’Arte orafa, creatore di gioielli, la cui eleganza e raffinatezza di stile, fanno delle sue “Creazioni” delle vere e proprie opere d’arte. Alla cerimonia sono intervenuti come relatori l’Avv. Prof. Gerardo Brasile, noto storico e critico d’arte ed il Dott. Domenico Maria del Bello, Ispettore Archivistico Onorario per l’Abruzzo.

X Edizione 2007: Professor ENIO MARTINO, Professore Ordinario di Endocrinologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università di Pisa e Direttore del Dipartimento di Endocrinologia e Metabolismo della Clinica Universitaria. Relatori i Proff.: Giulio Giordano e Gaetano Lombardi, Docenti universitari.

XI Edizione 2008: Dottor LUCIO TROJANO, umorista-grafico di fama internazionale, autore di numerosi pubblicazioni e vincitore di prestigiosi premi nazionali ed esteri. Relatori: la Principessa Delfina Metz, scrittrice ed il Dott. Ennio Bellucci, Giornalista RAI.

XII Edizione 2009: CICCI SANTUCCI, Musicista. Autore di una notevole produzione discografica. Noto nel mondo soprattutto agli appassionati di jazz sia come compositore sia come interprete. Relazione musicale con esecuzioni brani jazz.

XIII Edizione 2010: GIUSEPPE ROSATO, Poeta, Narratore e Saggista. Ha ottenuto premi letterari soprattutto per la Poesia, dal “Carducci” del 1960 al “Pascoli” del 2010. Relatore la Prof.ssa Giulia Alberico.

XIV Edizione 2011: VINCENZO RUSSI, studioso e Manager nel campo delle Scienze e delle Tecnologie applicate. Direttore Generale di “Cefriel” Centro di Eccellenza Tecnologica presso il Politecnico di Milano. Relatori: Elisabetta Burba, Giornalista di Panorama e il Prof. Gianni Orecchioni, Dirigente scolastico.

XV Edizione 2012: VALENTINO PACE, Professore universitario. Eminente studioso di Storia dell’Arte Medievale e Bizantina di fama internazionale. Relatore Dott.ssa Giorgia Pollis

XVI Edizione 2013: ALBERTA CAMPITELLI, Storica dell’Arte, Direttrice dell’Ufficio Ville e Parchi Storici presso la Sovrintendenza di Roma Capitale. Relatori: Proff. Remo Rapino e Valentino Pace.

XVII Edizione 2014: CARLO CECATI, Professore Ordinario di Convertitori, Macchine e Azionamenti Elettrici presso l’Università degli Studi dell’Aquila e Chief International Academic Adviser dell’Harbin Institute of Technology, Harbin, Repubblica Popolare Cinese. Relatori: la Prof.ssa Paola Inverardi, Magnifica Rettrice dell’Università degli Studi dell’Aquila ed il Prof. Giuseppe Buja, Professore Ordinario di Convertitori, Macchine e Azionamenti Elettrici dell’Università degli Studi di Padova

XVIII Edizione 2015: CARLO MARIANI, Professore Ordinario di Fisica della Materia presso il Dipartimento di Fisica dell’Università “La Sapienza” di Roma, membro dell’International Proposol Review Panel del Laboratorio di luce di sincrotrone Soleil, Saint Aubiv, Parigi.

XIX Edizione 2016: Cav. del Lavoro GIUSEPPE NATALE, Imprenditore della Val di Sangro, fondatore della Valagro S.p.A. Impresa multinazionale, leader nella produzione di biostimolanti in Agricoltura.

XX Edizione 2017: Prof. LUIGI SCHIPS, urologo di fama internazionale. Ricercatore che ha fatto del metodo e dell’impegno professionale uno stile di vita che riesce a trasmettere ai suoi collaboratori.

XXI Edizione 2018: Prof.ssa SONIA ALBANESE ,Cardiochirurga pediatrica di fama internazionale Autrice di oltre 3000 interventi di chirurgia del bambino, ivi inclusi trapianti di cuore.

XXII Edizione 2021: Prof. REMO RAPINO, Poeta e Scrittore, vincitore del Premio Campiello 2020. Relatore: Fabio Stassi, Editor e scrittore.

XXIII Edizione 2022: M° MASSIMO SPADANO, Violinista e Direttore d’Orchestra. Relatore: Prof. Andrea Tenaglia, Direttore dell’Estate Musicale Frentana.

La premiazione del M° Spadano, secondo da dx, accanto a Mario Giancristofaro. Da sin.: Nicola Cerrone, Garante del 2006, Carlo Cecati, Garante del 2014, al centro Lucio Trojano, Garante del 2008.

LO STORICO DOMENICO ROMANELLI E LE “RICOMPENSE PUBBLICHE”, di Mario Giancristofaro.
Compie quest’anno ventitre anni di vita, il Premio “Il Frentano d’Oro”, ma il suo significato autentico affonda nella storia secolare della Gente frentana. Ecco, si dirà, il solito campanilismo duro a morire. E invece no: è tutto scritto e codificato, nero su bianco.
Pagina quarantuno, capitolo terzo, del Tomo I: “Scoverte Patrie, di città distrutte, di altre antichità nella regione frentana” di uno storico geniale e rigoroso del Regno di Napoli, l’Abate Domenico Romanelli. Il volume, che si può trovare anche presso la Biblioteca Comunale “Raffaele Liberatore” di Lanciano, è stato stampato a Napoli nel 1805.
Scrive Romanelli: “Erano assai prodighi i nostri Frentani e nel dispensar premi e nell’accordare onori ad uomini meritevoli, o mentre vivevano o dopo la morte, per accendere il genio ed animare alle nobili imprese”. Insomma, le persone che si distinguevano in attività elevate e di particolare interesse, ottenevano quelle che il Romanelli chiama “ricompense pubbliche”, e in questo modo si voleva anche spingere i più giovani verso le “nobili imprese”. Sembra di leggere proprio le motivazioni che sono alla base del premio “Il Frentano d’Oro”.
Non sappiamo se il compianto e dinamico organizzatore del Premio, Ennio De Benedictis, si sia ispirato proprio alla citazione del Romanelli per istituire il “Frentano d’Oro”: certo è che la manifestazione ne ricalca gli ideali più genuini e significativi.
Potrebbe sembrare esagerato scomodare la storia e lo storico Domenico Romanelli per un Premio, sia pure prestigioso come “Il Frentano d’Oro”. Ma se provate a scorrere l’Albo d’Oro del Premio, che viene riportato nelle pagine di que- sta pubblicazione, e riflettete sulle personalità che, negli anni, sono state premiate, non avrete difficoltà a convenire come davvero il “Frentano d’Oro” possa accostarsi e ricondursi a quelle “ricompense pubbliche” di cui parla il Romanelli.

IL FRENTANO D’ORO Edizione 2022 a Massimo Spadano.
Non sono solo il prodigioso talento del Maestro Massimo Spadano e la meritata fama che egli è riuscito a conquistare, calcando i palchi dei teatri più importanti del mondo con il suo violino o nella veste di direttore d’orchestra, che hanno mosso l’Associazione Il Frentano d’Oro a conferirgli l’annuale riconoscimento, che taglia ormai il traguardo della XXIII Edizione.
Massimo Spadano, infatti, oltre a incarnare perfettamente l’ideale candidato al Frentano d’Oro, si pone come modello positivo per le nuove generazioni, eroe del nostro tempo che è riuscito, attraverso la pervicacia, la perseveranza, la pazienza e lo studio, a coltivare, senza lasciarsi travolgere dal successo, le sue innate capacità di musicista, che egli ha affinato negli anni, raggiungendo prestigiosi incarichi, in primis quello di primo violino nell’Orchestra Sinfonica della Galizia.
Il Maestro Spadano ha portato con sé, nei suoi tanti viaggi, una “lancianesità” fatta di gentilezza e di rispetto dell’altro, di caparbietà e di altruismo.
Egli, insomma, non solo ha reso onore alla sua Terra dimostrando le sue potenzialità e capacità professionali, ma si è altresì metaforicamente distinto, come è possibile verificare anche dalle testimonianze contenute all’interno di questo libretto, come il musicista che sa suonare all’interno di un’orchestra, che assomma armonicamente la sua voce alle altre, senza soverchiarle e senza lasciarsene sopraffare, con lo sguardo di colui che è capace di librarsi sui tetti più alti del mondo, come accade a certi musici da fiaba dei dipinti di Chagall, con l’aria sicura e il volteggiare aereo di chi attraverso la melodia sospinge se stesso e gli spettatori tra le volute del cielo.

Il premio a Massimo Spadano, 2022. Bozzetto del M° Mario Ceroli, I Garante del 1998.
Realizzazione di AROVAL di Annalia Di Battista, Lanciano.

Ecco, in Massimo Spadano la musica non ha un valore esclusivo, elitario ma è cibo per l’anima, che egli offre, con la semplicità di un bambino che prende per la prima volta un violino tra le mani e con la perizia del più esperto tra i Maestri, a quell’umanità che riesce a credere ancora nel sogno in bianco e nero di un ragazzo lancianese che, affrettando il passo, va verso la Parrocchia di Sant’Antonio per raggiungere il suo insegnante, con la custodia di un violino a mo’ di cuore tra le dita, e che ancora non sa quanto blu d’oceano e di mare potranno contenere i suoi occhi.
Lanciano, 17 settembre 2022, Associazione Culturale “Il Frentano d’Oro”

PRESENTAZIONE di Mario Giancristofaro (giornalista, componente del comitato direttivo dell’Associazione “Il Frentano d’oro” e coordinatore del Premio). L’appuntamento con Massimo Spadano, violinista e direttore d’orchestra, è al bar “Ai portici” di Lanciano, da Claudio. Nessun salotto esclusivo, quindi, perché l’avevo capito subito, fin dalla prima telefonata, che il Maestro Spadano, a cui si pensava per l’assegnazione del Frentano d’Oro 2022 (23° Edizione), non era tipo da salotto, non era uno snob, ma uno di noi, un lancianese doc, un appassionato di musica che di strada ne aveva fatta tanta, ma senza montarsi la testa, senza aver mai reciso i contatti con le proprie origini. Insomma, uno che sarebbe piaciuto al compianto e nostro caro Presidente, Ennio De Benedictis, fondatore e animatore per oltre vent’anni del Premio il Frentano d’Oro. Ennio, il Ragionier De Benedictis, come lui amava presentarsi, è venuto a mancare da più di un anno lasciando, oltre che un vuoto immenso, anche una bella, ma difficile eredità a noi dell’Associazione “Il Frentano d’oro”.
Gli amici del direttivo, col nuovo presidente Stefano Graziani, mi avevano incaricato, per il Premio, di sondare il Maestro Spadano, di parlarci, di raccogliere notizie sulla sua attività. In particolare, bisognava verificare se il Maestro Spadano rispondesse ai requisiti previsti dal nostro Statuto per meritare il Premio: essere nati nella Frentania, aver dato lustro nel mondo alla propria Gente distinguendosi nel campo delle arti e delle professioni, aver mantenuto sempre contatti con la terra di origine. Bene, il Maestro Spadano rispondeva esattamente a tutti questi criteri. Così la decisione unanime di conferirgli “Il Frentano d’oro” 2022.
In altre pagine di questa pubblicazione, trovate le tappe della splendida carriera di Massimo; nelle testimonianze di amici e musicisti c’è il racconto del suo percorso, del suo modo di essere amico e professionista. Io qui non sto a ripeterle. Mi limito a parlavi di quell’incontro, in cui ci siamo dati subito del “tu”, della gioia e della soddisfazione che gli ho letto negli occhi, lì al bar “Ai portici”, quando spiegavo perché gli avevo chiesto di parlargli.
“No, non sono figlio d’arte – racconta Massimo –, il mio papà, che purtroppo ora non c’è più, era camionista e la mamma casalinga, eravamo una famiglia numerosa, 5 figli, però ci volevamo bene e per questo tutto ci è stato possibile”.
Ma sei nato con la passione per la musica? “Questo non lo so, ma ricordo che a 6 anni guardavo i concerti in bianco e nero su Rai3. Prendevo la chitarra di mio fratello e mi divertivo con un rigatone di pasta a imitare un suonatore di contrabbasso o di violoncello. Sì, forse qualcosa dentro di me per la musica c’era dalla nascita.”
Sorride il Maestro e aggiunge. “Poi, sai, le coincidenze della vita sono sempre imprevedibili.” E cioè? “Un giorno una vicina di casa confidò a mamma che andava a portare il figlio alla scuola civica a studiare pianoforte: la mia mamma forse pensò a quel rigatone che facevo vibrare sulla chitarra di mio fratello e mandò anche me alla scuola civica di musica. Ecco, è cominciato tutto così.”
Pausa e il Maestro Spadano ha un altro ricordo a cui tiene molto. “C’è stata – dice – un’altra coincidenza: l’incontro con Padre Ottavio Corona, un grande che, nella chiesa di Sant’Antonio, ha avviato alla musica tantissimi giovani, ecco io ho avuto la fortuna e il privilegio far parte di quel gruppo.
Poi, gli studi a Pescara, all’Aquila, i miei maestri fondamentali, Viktor Lieberman e Donato Renzetti, la Spagna, dove oggi vivo, il giro dei Paesi del mondo. Ma il mio cuore batte sempre per la Terra di origine. Questa estate ho tenuto pure corsi all’Estate musicale frentana, una pregiata istituzione”.
Anche questi particolari li trovate in altre parti della pubblicazione. Qui teniamoci il sorriso e la gioia di Spadano, che è il terzo musicista della Frentania che ha ricevuto il nostro Premio del Frentano d’Oro, dopo Donato Renzetti e Cicci Santucci.
Ad maiora, Maestro Massimo Spadano!

TESTIMONIANZE: Donato Renzetti, Luigia Spadano, Roberta Bucco, Silvio Di Rocco, Dima Slobodeniouk, Cristina Zedda, Amedeo Grazia, Guidoguerra Saraceni, Marco Postinghel, Víctor Pablo Perez.

Donato Renzetti, Direttore d’orchestra e V Frentano d’Oro.
IL GRANDE MAESTRO RACCONTA MASSIMO SPADANO.
Purtroppo, essendo impegnatissimo sia sul campo lavorativo che in quello burocratico, dopo l’immatura scomparsa di mia moglie… scrivo solo ora, forse un po’ in ritardo, sul Maestro Spadano, sperando di essere in tempo…
Conobbi Massimo (l’ho sempre chiamato così) che era un giovincello… ma già un affermato violinista, erano gli anni Novanta ed io ero Direttore Artistico dei Corsi a Lanciano. Lui aveva un gruppo di musica da camera e teneva numerosi concerti. La sua carriera si sviluppa soprattutto all’estero ma, come sempre accade, un Direttore d’Orchestra vive nel suo mondo o Sinfonico o Operistico, e non si informa (è questo il mio caso) sulla musica da camera, però le voci positive di un altro valente musicista abruzzese mi avevano incuriosito.
Dopo qualche anno venni a sapere che Massimo aveva vinto l’audizione come violino di spalla all’Orchestra Sinfonica de La Coruña.
Il destino ha voluto che qualche tempo fa andassi a dirigere al Festival Operistico di La Coruña l’Opera Così fan tutte di Mozart… il primo violino era Massimo Spadano… bravissimo… Ci conoscemmo e così espresse il desiderio di venire a studiare Direzione d’Orchestra con me, all’Accademia Musicale Pescarese. Così fu… e dopo tre anni conseguì, con ottimi voti, il Diploma.
Il Maestro Spadano (ora è doveroso chiamarlo così) ha una rara musicalità innata… e il ritmo tipico del Direttore… il ritmo non fine a se stesso… ma per imporre e controllare tutti i musicisti… Essendo violinista, sa cosa dire e quali osservazioni fare agli strumenti ad arco.
È un ottimo concertatore e con la sensibilità di noi abruzzesi.
Sono felice e onorato di poter scrivere, anche se per me in maniera inconsueta, queste righe a un nuovo musicista Frentano d’Oro. Auguro a Massimo una carriera importante… sicuro che questo prestigioso Premio contribuisca a realizzarla.

Luigia Spadano, (sorella di Massimo, giornalista e scrittrice)
“PUNTO D’INIZIO”.
Una sera d’inverno del 1972, un martedì, la tv in bianco e nero sul secondo canale trasmette il programma C’è musica e musica, condotto da Luciano Berio.
“Questa sera iniziamo una serie di programmi sulla musica e questi programmi non pretendono di essere un’indagine scientifica, completa o obiettiva: io penso che l’obiettività non esista. D’altronde, se avessimo voluto essere completamente obiettivi o obiettivamente completi, non avremmo potuto esserlo, perché è un’impresa pazzesca, ve lo assicuro, inseguire decine e decine di musicisti per mezzo mondo, cioè tutta gente che vive con la valigia in mano.
La ragione principale di questo lavoro è stata quella di avvicinarvi a chi fa la musica, cioè a chi la compone e a chi la esegue. E vedrete che incontrerete, tra di loro, cervelli, nonché cuori e orecchie tra i più acuti del nostro tempo” (tratto da RAI Teche).
In una tranquilla serata d’inizio anno, Massimo è grande abbastanza per prendere possesso delle cose di casa. Sbang, sbang! Il suono del legno sbattuto infastidisce il resto della famiglia, riunita in attesa della cena. Le ante della credenza sono spalancate, dentro i pacchi di pasta sono sistemati uno accanto all’altro in bella vista. Pacchi di spaghetti, zite, bucatini, aperti e accessibili. Lui ne sfila alcuni, anzi due per la precisione. Avrebbe potuto comporre una pista, dove lanciare in mezzo la sua macchinina preferita, oppure guardare attraverso il buco della zita come fosse un cannocchiale, avrebbe potuto persino soffiarci dentro acqua saponata e fare le bolle di sapone, avrebbe potuto spezzarli in tre, quattro parti, e consegnarli alla mamma intenta a preparare la minestra. Ma niente di tutto questo accade. Nel frattempo, le immagini in bianco e nero scorrono, la Rete nazionale italiana lancia nuovi programmi al passo con i tempi, il Sessantotto ha costretto a rivedere l’intrattenimento televisivo e culturale, non solo varietà e canzoni quindi, ma un canale nuovo, sperimentale, con intellettuali e autori contemporanei che parlano di poesia, di arte, di letteratura, di avanguardie culturali.
Quella sera sul secondo canale la televisione mostra le immagini di un gruppo di bambini americani riuniti in classe, seguono lezioni di musica, mentre con i loro piccoli strumenti si esibiscono nei suoni tratti da musiche di autori contemporanei. Massimo stringe con una mano l’asticella di zita e l’appoggia sulla cavità del collo, con l’altra appoggia la seconda zita sulla prima e inizia a scorrerla su e giù, proprio come potrebbe muoversi un bambino con un violino. “Tonino, guarda!” Le parole di mamma Nella attirano l’attenzione del marito e dei fratelli in attesa della cena. Tutti si girano a guardare quel piccoletto, alto una spanna, i capelli neri cosparsi di boccoli, gli occhi grandi spalancati sul mondo. Mamma, papà, e i quattro tra fratellini e sorelline, restano come incantati da quella improvvisazione. Non c’era più la cucina con la tavola apparecchiata e la minestra in pentola a cuocere sul fuoco, ma una piccola orchestra di bambini uscita dallo schermo in bianco e nero.
Deve essere stato in quel preciso momento che il suono del violino si è impadronito di Massimo.

Il M° Spadano, adolescente, alla premiazione del 17 settemre 2022: a sin. il Prof. Andrea Tenaglia,
Relatore con il ns Coordinatore, il Giornalista Mario Giancristofaro

A Lanciano, che allora contava qualche migliaio di abitanti, per fortuna la cultura musicale è stata tramandata nei secoli. Negli anni post Sessantotto qualche amministratore lungimirante ha organizzato una scuola civica di musica, accessibile a tutti. Le giovani mamme accompagnavano i figlioletti nella sede di via Cavour, per quell’ora di musica. Alcune di loro nell’attesa facevano l’uncinetto, e ascoltavano i figli cimentarsi con Mozart, Beethoven, Haydn, talune imparando a distinguere una stonatura, uno strumento male accordato.
A distanza di anni, il suono del violino si avvicendava nelle stagioni, seguiva il ritmo della pioggia, accompagnava il candore della neve, addolciva il tepore della primavera, fino a coprire il fragore dei temporali estivi. Le note diventavano sempre più precise, più composite.
Quel suono dolce e misterioso ha accompagnato a lungo i ritmi della famiglia e dell’intero quartiere. In via Santo Spirito tutti sapevano: lì abita un ragazzino che con il violino ci sa fare.
“Buooooonasera,” esordiva scandendo sillaba per sillaba, “sono Padre Octavio Corona”. Seguiva una pausa lunga una decina di secondi, poi lentamente riprendeva fiato, “potrei parlare con Massimo?”.

Padre Octavio Michel Corona

Era diventata una presenza costante la sua, gli voleva bene, lo esortava, era come un angelo custode per Massimo, una persona discreta, mai opprimente. Aveva l’accento messica- no e lo sguardo di chi ha visto e studiato tanto. Accompagnava in musica tanti ragazzini, sapeva coinvolgere le loro famiglie negli indimenticabili concerti natalizi, nell’incanto delle nevicate di mezzanotte. I brani di musica sacra rendevano la notte di Natale suggestiva, l’organo di Padre Octavio tuonava tra le navate della Chiesa, seguito dal coro polifonico dei ragazzini, accompagnato dai musicisti in erba, il più grande di loro avrà avuto l’età dei ragazzini alla passeggiata per i “Viali” di Lanciano.
Un bel giorno di fine estate, Massimo, di ritorno da una tournée durata un mese, con in spalla il borsone da viaggio e la custodia del violino a tracolla, nonostante la stanchezza del viaggio, si era fermato in parrocchia. Padre Octavio appariva particolarmente agitato.
Massimo, suoniamo, dai!”
“Padre Ottà, sono stanco morto, te lo prometto, domani suoniamo insieme.”
Niente da fare, insisteva ancora, e Massimo, solo allora, si accorse della presenza di un signore distinto che lo osservava in silenzio. Dopo i numerosi inviti e la richiesta di suonare insieme disattesa, il signore a quel punto si fece avanti, con la voce cortese gli rivelò la ragione di tanta insistenza.
“Avevo chiesto a Padre Octavio di affidare questo violino a un suo allievo, il più bravo, quello promettente, e lui ha indicato te. Prima di regalartelo vorrei davvero che lo suonassi.”
Massimo prese tra le mani il violino, un Fiocco Quirino del 1968, l’anno della sua nascita, e iniziò a suonarlo. Fu così che a quindici anni ricevette in regalo il suo primo violino importante!
Come Massimo, in seguito nella mia famiglia, siamo diventati cittadini del mondo! Di questo ringrazio i miei genitori per non avere mai ostacolato i nostri desideri.

Roberta Bucco, amica di Massimo e della Camerata Anxanum, clavicembalista.
“NON PENSARE A NULLA, PENSA SOLO ALLA MUSICA”.
Ci sono immagini di un passato lontano che sembrano dimenticate e destinate a non riemergere. Poi accade qualcosa che le riporta alla mente e quelle immagini tornano vive e nitide, e ti accorgi che in fondo sono sempre state lì, e avevano un senso che si svela forse solo con gli anni.
È ciò che mi è accaduto con Massimo. L’ho incontrato 7 anni fa, d’estate, scoprendo per caso che le sue vacanze si svolgevano proprio nel mio paese, San Vito, e mi ha parlato di sé e in particolare del suo legame indissolubile con la musica e con la sua terra. Il legame con la Terra frentana si esprime nel suo desiderio di tornare sempre e di trasmettere ai suoi figli il suo stesso sentimento di appartenenza alle proprie radici.
Massimo ha conosciuto tanti luoghi e tante persone, ma per lui, come spesso mi ha detto, tutto questo viaggiare trova il senso più vero e profondo nel poter, ogni volta, tornare. Solo così, pur lontano, è sempre vicino alla sua Terra, alla sua famiglia, alla memoria di suo padre… e anche la musica, con lui, torna sempre a Lanciano.
Che il legame con questi luoghi, come quello con la musica, fosse forte e speciale, l’ho capito fin dalla prima volta in cui ho parlato con Massimo, da adulta, 7 anni fa. Ma in realtà lui apparteneva già prima di allora, in qualche modo, anche al mio passato più lontano nel tempo, e durante quella lunga chiacchierata (chi lo conosce sa che non è un tipo di poche parole!) mi sono apparse alla mente, riaffiorate come da un sogno dimenticato, quelle immagini della mia infanzia di cui credevo si fosse persa ogni traccia, forse anche perché prima non ne coglievo appieno il valore.
Da bambina, mia madre mi parlava spesso dell’immenso dono che Padre Octavio Michel Corona aveva fatto a quei giovani musicisti lancianesi, e avrei voluto essere un po’ più grande per poter beneficiare anch’io di quella musica, lì nella Chiesa di Sant’Antonio.
I miei genitori mi accompagnavano a seguire i concerti della “Camerata Anxanum” in quanto vi suonava il mio Maestro Berghella, ed ero affascinata da quei musicisti, perché erano bravissimi e suonando trasmettevano una passione intensa e autentica per la musica; più di tutti, il violinista Massimo Spadano sembrava riuscire ogni volta a concentrarsi e divertirsi al tempo stesso.
Ero piccola, ma coglievo qualcosa di speciale in lui e sognavo di diventare una musicista che, come lui, “sorride mentre suona”.
Negli anni che sono seguiti, la passione per la musica mi ha sempre accompagnato, ma non sono mancati i momenti difficili… Devo a Massimo l’entusiasmo ritrovato e l’esortazione a completare gli studi in Conservatorio, ma più di tutto devo a Massimo il concetto più profondo e vero che mi ha trasmesso e che, tanto per restare in tema, mi dà il “La” ogni volta che mi siedo al clavicembalo:
“non pensare a nulla, pensa solo alla musica”.
Parole semplici, ma che sono l’essenza di tutto; non puoi far musica davvero se mentre suoni non poni al centro di ogni cosa proprio la musica.
E credo che questa idea sia la chiave di volta della vita e della splendida carriera di Massimo. Lui guarda il mondo della musica, che purtroppo è spesso denso anche di aspetti spiacevoli quali l’arrivismo, l’invidia, la competitività, con l’aria di chi pensa solo a quanto di bello si possa dare e ricevere suonando, e dà il meglio di sé in piena armonia con gli altri e con grande rispetto per tutti. E posso dire, anche per esperienza diretta, che è un’emozione e un piacere suonare con lui.
La musica è arte, e l’arte è bellezza. Per Massimo, ciò che conta nella musica è proprio perseguire il “bello”, trasformare ogni nota in qualcosa che faccia sognare sia lui che suona sia chi lo ascolta.
Io, nel gioire con Massimo di questo importante riconoscimento del “Frentano d’Oro”, non ho potuto non pensare a quelle immagini riaffiorate dal mio passato, riconducendole alle emozioni uniche che, anche grazie a lui, ancora oggi mi dà la musica.
E credo che Massimo mi sia molto caro proprio per queste ragioni, perché con lui sono tornate quelle sensazioni che provavo da bambina e che oggi si uniscono alle nuove. Fra tutte, il desiderio che la musica resti sempre anche per me il piacere della sua stessa bellezza, e che con la musica anche io possa comunicare, sia pure in una minuscola parte, ciò che, quando Massimo suona, si esprime nel suo sorriso e nei suoi occhi.

Silvio Di Rocco, amico d’infanzia e prima viola de “I Musici”.
Chi non conosce Massimo Spadano? Ho la fortuna di viaggiare molto e mi è capitato di incontrare lancianesi in ogni parte del mondo, per esempio a Singapore, in Canada, in Nuova Zelanda o persino in Alaska.
Ciò accade davvero spessissimo, tanto che i miei colleghi ormai si sorprendono se non sentono il nostro accento “langianese” a Tokyo o a Beijing.
Un’altra cosa curiosa che mi capita con frequenza, trovandomi a parlare con musicisti stranieri anche molto noti, è che quando dico loro di essere italiano, di Lanciano, una città “near Rome”, li sento esclamare:
“Quindi conosci Massimo Spadano!”
Allora con lo stesso orgoglio rispondo:
Sì, è un mio amico vero!”
Gli amici veri sono quelli che stanno nel cuore, quelli ai quali penso ogni giorno e sorrido perché mi torna in mente un attimo felice, oppure sospiro perché mi mancano quei giorni sereni vissuti nella “Saletta di Padre Ottavio”. La saletta, nel Convento di S. Antonio, era per noi un posto magico.
Poco più che bambini, trovavamo in quella stanza tutto il nostro mondo, i nostri sogni e il senso stesso della vita. Un posto sicuro, un giardino protetto e fecondo dove coltivare la nostra passione più grande.
In realtà era una stanza umida e buia, grande meno di 15 metri quadrati, ma che riusciva ad ospitare comodamente anche un’orchestra. Era magica, appunto, e non importava chi c’era o quanti eravamo, perché Ottavio, il nostro amato Maestro, aveva musica da suonare per qualsiasi numero di musicisti.
L’importante era fare musica insieme, diventando grandi.
In quella “scuola” numerosi giovani lancianesi stavano acquisendo inconsapevolmente i valori e le conoscenze di base per un futuro professionale, che per molti di noi ha rappresentato una reale alternativa alla strada.
Quando Massimo si è unito al gruppo era fra i più giovani, sicuramente il più magro, il più vivace, il più talentoso. La sua empatia ci teneva uniti e la sua allegria era già contagiosa.
La “saletta” divenne presto troppo piccola per tutti i nostri progetti.
Gli studi e la professione ci hanno allontanati ma portiamo con noi i nostri luoghi d’appartenenza. Infatti, quando ci incontriamo a Lanciano, anche dopo anni, raramente ci raccontiamo dove siamo arrivati, invece tutte le volte ci ricordiamo da dove siamo partiti.
Assegnare il Frentano d’Oro a Massimo Spadano significa anche riconoscerlo a tutti noi “ragazzi di Ottavio”, perché Massimo con la sua luminosa carriera ci rappresenta tutti.
Con stima e amicizia, Silvio.

Il M° Massimo Spadano alla premiazione con la clavicembalista Roberta Bucco

Dima Slobodeniouk, Direttore d’orchestra.
UN VIOLINISTA CON IL SENSO DELL’UMORISMO.
Conosco Massimo ormai da 10 anni. Abbiamo lavorato insieme mentre ero Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Galizia.
Probabilmente abbiamo fatto quasi 200 concerti insieme e ricorderò sempre la capacità di Massimo di mettermi di buonumore prima di andare davanti al pubblico. Quando l’orchestra era già sul palco ci incontravamo sempre nel backstage prima che si aprisse la porta sul palcoscenico.
Mi ha anche insegnato a scegliere con cura cosa mettere per le prove.
A volte quando avevo una maglietta di un nuovo colore, mi diceva:
“Quindi, hai deciso di usare il pigiama oggi?!
Oltre ad essere un fantastico leader in un’orchestra, Massimo è un super chef!
Il mondo della ristorazione ha perso un grande specialista del risotto!
Con amore e rispetto.

Cristina Zedda, Musicista.
LA MUSICA, UNO STRUMENTO PER ESPRIMERE L’INEFFABILE.
Nell’anno 2000, l’incontro tra millenni ha avuto un’umanità in bilico che ha camminato i suoi sentimenti tra l’emozione di poter assistere a un evento così raro e la paura nascosta di profezie millenarie antiche e spesso catastrofiche che non si sono mai avverate.
In un angolo della Galizia anche antica e proprio in quello stesso anno 2000, il calendario è stato così gentile da regalarci un’altra congiunzione, più umile, ma carica di felice significato. Per opera e per grazia, infatti, della III edizione del Festival Mozart di La Coruña, Alberto Zedda e Massimo Spadano hanno incrociato per la prima volta le loro biografie.
Zedda e Spadano allora erano già due persone che erano riuscite a trovare nella musica non un mestiere, o non solo un mestiere, ma qualcosa di ben più importante e profondo: una risposta personale, vitale e convincente al problema sempre difficile dell’esistenza, come ha cesellato Alberto Zedda in questo bel pensiero:
“Credo che il linguaggio onirico e universale della musica possa arrivare a esprimere l’inesprimibile e contribuire a blandire l’ansia di trascendenza che anima l’Uomo per consolare la sua finitezza”.
La partecipazione di entrambi i musicisti alla messa in scena de Il Viaggio a Reims di Rossini, Zedda come direttore e Spadano come primo violino dell’Orchestra Sinfonica della Galizia, è stata il pretesto del felice incontro.
La deliziosa Opera del compositore pesarese, infatti, era stata scelta come finale del Festival Mozart di quell’anno. Per Zedda si tratta dell’ennesima pietra miliare della sua carriera di regista operistico e grande specialista rossiniano; per l’Orchestra Sinfonica della Galizia e per lo Spadano, invece, si trattava di una delle loro prime incursioni nel mondo dell’opera.
A giudicare dall’entusiasmo mostrato dal pubblico oltre che dalle critiche che ha ricevuto la performance, ricca di entusiasti e di elogi unanimi, il risultato non ha avuto le esitazioni e le esitazioni che di solito caratterizzano i primi tempi, visto lo squisito connubio. Ciò che è avvenuto tra il regista, orchestra e voci è stato addirittura descritto come un “miracolo” da alcuni critici entusiasti.
Il trionfo raccolto quella notte in cui le strade di Alberto Zedda e Massimo Spadano si sono incrociate per la prima volta non ha significato però, il lieto fine di una storia effimera. Al contrario, Il viaggio a Reims del 2000 è stato solo il primo passo di una ricchissima collaborazione artistica e di un’amicizia che non ha fatto altro che crescere e rafforzarsi negli anni, e che ha finito per rendere Massimo un intimo persona alla nostra famiglia.
Sono certo che Alberto, se potesse farlo, avallerebbe volentieri anche la descrizione di “amico fraterno” che sono lieto di rivolgere a Massimo Spadano.

Amedeo Grazia, amico d’infanzia e musicista.
LE AVVERSITÀ CONDUCONO ALLE STELLE.
Ci lega una lunghissima e sincera amicizia, lunga oltre quarant’anni, durante la quale abbiamo condiviso non solo le note, la musica, ed è per questo che sono oltremodo felice per l’assegnazione a Massimo del prestigioso Frentano d’Oro!
Un simile riconoscimento segna certamente una tappa fondamentale nel percorso artistico e professionale di chi appartiene alla nostra terra, che tutti noi ci auguriamo il più lungo possibile.
In queste occasioni si rischia che la retorica prenda il sopravvento e ci conduca in celebrazioni altisonanti, invece proprio la sede dell’assegnazione del premio, il Teatro Fenaroli, mi porta a ricordare uno dei tantissimi momenti che abbiamo condiviso sotto la guida del nostro amatissimo Maestro: Padre Octavio Michel Corona.
Esattamente quarant’anni fa, nell’autunno del 1982, venne in visita a Lanciano il Ministro generale di tutto l’Ordine francescano dei Frati Minori, l’americano Fr. John Vaughn, e per l’occasione il Comune di Lanciano si premurò di organizzare una degna accoglienza. La parte musicale fu affidata a Padre Octavio, il quale si mise subito all’opera decidendo quale potesse essere il miglior programma musicale da realizzare con noi appena ragazzini e dirigendo numerose e lunghe sessioni di prove. Il concerto si tenne, appunto, in un affollatissimo Teatro Fenaroli, alla presenza delle più alte Autorità cittadine e religiose, nonché di una numerosa presenza di cittadini.
Purtroppo, nonostante il lungo e profondo lavoro di preparazione, il concerto non andò per il meglio, la riuscita fu alquanto discutibile, non è esagerato affermare che fu un mezzo disastro, al punto che l’allora sindaco Attilio D’Amico minacciò che non ci avrebbe mai più consentito di usare il Teatro Fenaroli per le nostre esecuzioni future!
Tutto ciò, comunque, non scosse minimamente la fiducia che Padre Octavio riponeva in noi, nel suo orticello che pazientemente stava cercando di seminare giorno dopo giorno, curando non solo gli aspetti musicali, ma anche quelli umani. Sapeva bene che prima o poi il suo impegno avrebbe prodotto frutti migliori e la bellissima esperienza della Camerata Anxanum ne è stata una delle testimonianze più credibili e convincenti, così come l’assegnazione a Massimo di questo ambitissimo riconoscimento.
Tutto questo per ricordare, come tutti sappiamo, che anche le carriere più prestigiose sono dei percorsi lunghi e tortuosi, che anche dietro i più grandi successi vi sono momenti di grandi difficoltà e di smarrimento.
A distanza di tanti anni è sempre più chiaro l’insegnamento, ancora una volta, del nostro carissimo Padre Octavio, che spero non risulti blasfemo accostare a delle formule antiche come “non est ad astra mollis e terris via” nell’Hercules furens di Seneca, o il “sic itur ad astra” con cui, nell’Eneide, Apollo esorta Ascanio, il figlio di Enea.

Guidoguerra Saraceni, amico d’infanzia.
IL BAMBINO CON IL SORRISO NEGLI OCCHI E LA MUSICA NEL CUORE.
Mi congratulo vivamente con il Direttivo per aver scelto di premiare una persona di alto valore come il Maestro Massimo Spadano che ho il piacere di conoscere da sempre, per aver vissuto infanzia e adolescenza nello stesso quartiere di Lanciano. Massimo è in primis l’espressione dell’intelligenza e della correttezza della famiglia in cui è nato e cresciuto.
Oltre ad essere un indiscutibile talento nella musica, lo è sempre stato nell’arte di vivere.
Si è sempre avvicinato agli altri con rispetto e riservatezza, senza mai dire una parola fuori posto; trasmettendo a tutti la gioia e l’entusiasmo che illuminano il suo viso sin da quando, ancora bambino, stringendo con cura la custodia contenente il suo amato violino, percorreva il quartiere di Santo Spirito, a Lanciano, allietandoci con il sorriso e con i saluti sinceramente affettuosi di cui è capace un cuore come il suo, che con gli anni ed il grande successo non è mai mutato.

Marco Postinghel, Primo fagotto dell’Orchestra della Radio di Baviera.
QUANDO LO SPARTITO SEGNA LE NOTE DELL’AMICIZIA E DELL’ALTRUISMO.
Scrivere laudatio ed elogi pubblici non è propriamente nelle mie corde, ma parlare di Massimo e per Massimo mi viene spontaneamente ed è cosa semplice per me. Pensando a lui in questi giorni, e non volendomi dilungare in un’attività che non pratico molto, ho cercato di trovare una sintesi per descrivere al meglio la sua personalità. La qualità più ricorrente che ritrovo nel mio cuore è sicuramente il suo altruismo.
Massimo è una persona estremamente generosa, comunicativa, piena di energia positiva e queste sue magnifiche ed importanti qualità si riflettono palesemente nella sua musica e nella sua grande gioia di condividerla.
È un musicista molto amato nella comunità internazionale, la vita lo ha portato in Spagna dove da decenni guida la sua Orchestra dal primo leggio.
Ma sin da ragazzo, quando nella sua città natale fondò lo splendido ensemble Camerata Anxanum, ha sempre coltivato un grande amore per la sua terra e ci è sempre ritornato. A lui e al suo ensemble si devono la riscoperta e la diffusione delle musiche del compositore abruzzese Michele Mascitti.
Inoltre, la sua magnifica gestione dell’Estate Musicale Frentana, negli anni Novanta, resta ben viva nella memoria di tutti i fortunati che vi parteciparono. Sono molto felice che la comunità frentana abbia deciso di premiarlo con questo bel riconoscimento, ringrazio la giuria per la splendida decisione e abbraccio idealmente il mio carissimo amico Massimo!

Víctor Pablo Perez, Direttore d’orchestra e fondatore delle orchestre sinfoniche
di Tenerife e di Galicia.
MASSIMO, UN RIFERIMENTO ORCHESTRALE PER LA SPAGNA.
I miei ricordi di Massimo risalgono a più di 30 anni fa. Un giovane violinista pieno di entusiasmo e talento è apparso sull’isola di Tenerife per collaborare con l’OST.
È stato con questa orchestra che ho potuto osservare un musicista pieno di energia e nuove idee musicali.
All’inizio del mio viaggio di 20 stagioni con l’OSG, l’ho chiamato come Concertino nella costruzione di un progetto sinfonico senza precedenti in Spagna.
Ben presto divenne un tassello fondamentale pieno di futuro.
Il suo eccellente lavoro come Primo violino, i suoi concerti da camera e come Solista, la sua gioia ed energia contagiarono i suoi colleghi e insieme abbiamo creato un grande riferimento orchestrale in Spagna. Era un periodo di espansione economica e culturale del mio Paese.
Non posso che ringraziarvi sinceramente per la vostra indispensabile collaborazione nella costruzione di una grande Orchestra spagnola al livello delle magnifiche orchestre europee.
Grazie Massimo per aver messo la tua arte al servizio della nuova realtà orchestrale dello Stato spagnolo.
Un abbraccio.

Il M° Massimo Spadano interpretato da Lucio Trojano

CURRICULUM VITAE ET STUDIORUM.
“La musica mi mette in condizione di dimenticare me stesso, la mia situazione reale, e mi trasporta in una situazione che non è la mia: sotto l’influsso della musica mi par di sentire ciò che in realtà non sento, di capire ciò che non capisco, di potere ciò che non posso” (L. Tolstoj, La sonata a Kreutzer).
È forse questo il sentimento che, in modo più o meno consapevole, fin dall’età di 8 anni ha portato Massimo Spadano ad intraprendere lo studio del violino, in quanto si è trattato di una passione germogliata da dentro, non suscitata da influenze esterne, nonostante non siano mai mancati la sensibilità, il sostegno e la presenza della sua famiglia.
Come per molti giovani di quegli anni, prezioso e fondamentale è stato il dono del Musicista Padre Octavio Michael Corona, che è stato per lui guida e punto di riferimento, e lo ha incorag- giato nel percorso musicale.
Inizia gli studi di violino con la Prof.ssa Eleonora Pontano e Fulvio Leofreddi, e dopo aver conseguito “cum laude” il diploma in Italia prosegue con il perfezionamento presso l’Università di Utrecht in Olanda, sotto la guida di Viktor Liberman e Philippe Hirschhorn.
Intraprende presto una intensa attività da Camerista e solistica che lo porta ad esibirsi nelle più importanti sale d’Europa, Asia, Stati Uniti, Sud America e Medio Oriente, con prestigiosi nomi come Victoria Mullova, Christian Zacharias, Maxim Vengerov, Alexander Lonquich, Enrico Dindo, Katia e Marielle Labèque, ma anche Alessandro Baricco e Gerard Depardieu.
A Lanciano, dal 1988 fonda insieme ad altri musicisti della sua città la Camerata Anxanum, ensemble di musica barocca con strumenti originali, che presto ottiene importanti riconoscimenti in Italia e in Europa.
Nel 1995 è stato Direttore artistico dell’Estate Musicale Frentana, con un Festival di notevole prestigio e denso di grandi nomi, tra i quali Daniel Harding, Osmo Vanska, le prime parti della Filarmonica di Berlino, della London Symphony, della Münchener Philarmoniker, del Concertgebow, della Oslo Philarmonic e molte altre.
Le esperienze artistiche, le occasioni e i successi si fanno sempre più frequenti, con importanti conferme da Lione, Losanna, Colonia, Madrid…
Dal 1994, sotto la bacchetta del M° Victor Pablo Perez, diviene primo violino dell’Orquesta Sinfonica de Galicia a La Coruña, realtà che nasceva proprio in quegli anni ed è oggi una delle più affermate formazioni europee, in cui il M° Spadano ricopre tuttora il ruolo di concertino.
Collabora come spalla con le più grandi orchestre europee, tra le quali la Orchestra Mozart diretta da Abbado e con Marta Argherich con cui ha inciso per la Deutsche Grammophon i concerti di Mozart, in Giappone come solista con “I Musici”, la Mahler Chamber Orchestra, la Orchestre National de Lyon, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestre de Chambre de Lausanne, la Sinfonica di Tenerife, il Liceu di Barcellona, la Radio di Saarbrüchen, e con prestigiose ensemble barocche, quali Zefiro, l’Ensemble Baroque de Limoges, Orpheus55, la Chambre Philamrmonique, Hesperion XXI e Le Concert des Nations, queste ultime dirette da Jordi Savall.
Consegue il diploma in Direzione d’Orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese, sotto la guida del M° Donato Renzetti, V “Frentano d’Oro” nel 2002.
In qualità di Direttore d’Orchestra, è attivo con prestigiosi incarichi; dal 1995 è Direttore titolare dell’Orchestra da Camera della Sinfonica de Galicia con repertorio classico e contemporaneo e dell’Orchestra Academia 1750, attiva presso il prestigioso Juventus Musical Festival de Torroella di Montgrì, con repertorio che spazia dalla seconda metà del ’700 al periodo classico e preromantico.
Ha diretto la Academy of Ancient Music, la Sinfonica de Bilbao, Orquesta ciudad de Granada, Orchestra Verdi di Milano, Orquesta del Principado de Asturia, Orquesta Sinfonica del Valles, la Sinfonica di Sanremo, Pforzeimer Kammerorkester; ha inoltre diretto anche opere liriche, del compositore Pavesi ha inciso per la Naxos l’opera “Ser Marcantonio” nell’ambito del Festival Rossini di Wilbad, ha collaborato come Direttore assistente presso il Gran Teatre Liceu di Barcelona, nel 2021 con Gustavo Dudamel nell’ “Otello” di Verdi; è Direttore titolare dell’orchestra Academia 1750, attiva presso il prestigioso Juventus Musical Festival de Torroella di Montgrì, con repertorio che spazia dalla seconda metà del ‘700 al periodo classico e preromantico.
Massimo Spadano ha registrato per importanti etichette discografiche, quali Deutsche Grammophon, Naxos, Sony, Harmonia Mundi, Bis, Auvidis Astrée, e ha conseguito in Francia il premio “Choc du Disque” per l’incisione delle sonate per violino di Johann Friedrich Reichardt, e a Cambray il premio “Laureate Juventus”.
Ad oggi la sua brillante carriera è sempre in ascesa, densa di soddisfazioni e successi, che danno lustro alla nostra Terra frentana, luogo che rappresenta per lui non semplicemente la Terra d’origine, ma la culla di un legame profondo e autentico, che vince le distanze e resta negli anni il “posto del cuore”.

Grazie a Voi tutti!

Si ringrazia per il sostegno dato al Frentano d’Oro 2022:
Il Comune di Lanciano
Honda Italia
BCC Abruzzi e Molise
Tigre Amico, Viale Cappuccini, Lanciano.

HONDA ITALIA.
Guidata dai propri sogni e dai propri valori, la Honda continuerà ad accettare tutte le sfide per condividere entusiasmo e gioia con i suoi clienti e le comunità presenti in tutto il mondo, con l’obiettivo di diventare un’Azienda di cui la società desideri l’esistenza.
Una filosofia raccolta in pieno dalla Honda Italia, da oltre cinquant’anni punto fermo dello sviluppo economico e industriale del nostro territorio. Dal giorno in cui è nata, ha sempre coltivato uno spirito ambizioso, libero e aperto, promuovendo l’unicità di ogni singolo individuo abbinata al lavoro di squadra. Perché solo le persone che lavorano insieme per un obiettivo comune possono raggiungere grandi risultati.
Oggi Honda Italia, con la sua gamma di modelli prodotti, il nuovissimo ADV350, la famiglia degli SH 125/150 e 350, il Forza 125 e 350, la moto entry level CB125F, con macchinari all’avanguardia e personale altamente qualificato, si pone come sito manifatturiero di riferimento della Honda in Europa per il settore delle due ruote.
Dall’Associazione “Il Frentano d’Oro” un sentito ringraziamento per l’attaccamento e l’impegno dimostrato per la crescita del territorio e per aver contribuito anche quest’anno alla stampa della presente pubblicazione.
Dr. Marcello Vinciguerra, Managing Director della Honda Italia.