Associazione Culturale
Il Frentano d’Oro

Alessandro Pace


COLLEGIO dei RAGIONIERI di LANCIANO “IL FRENTANO d’ORO”.

Il Prof. Alessandro Pace

Edizione III del 2000 al Prof. ALESSANDRO PACE, eminente Costituzionalista, Professore ordinario di Diritto Costituzionale. 23 settembre 2000.
Alla cerimonia sono intervenuti come Relatori il Prof. Leopoldo Elia emerito Presidente della Corte Costituzionale ed il Prof. Carlo Mezzanotte, Giudice Costituzionale.

PRESENTAZIONE del Giornalista MARIO GIANCRISTOFARO.
Ha un senso ancora oggi, quando il cosiddetto “villaggio globale” infrange sempre più ogni tipo di frontiera, ripiegar­si a considerare i luoghi ristretti della propria appartenenza originaria?
Sì, non solo ha un senso, ma è più necessario che mai.
È una considerazione, la nostra, che prescinde da ogni pretesa sociologica. Piuttosto è una sensazione, un senti­mento che avvertiamo in modo prorompente proprio mentre tutto intorno le nuove tecnologie riducono gli spazi, annulla­no le distanze e tutti dovremmo sentirci cittadini del mondo.
Ecco perché, fin dall’inizio, abbiamo apprezzato, fornen­do con entusiasmo anche un modesto contributo, l’istituzio­ne da parte del Collegio dei Ragionieri di Lanciano, del “Frentano D’Oro”. Più che un Premio, lo sentiamo come una testimonianza, un riconoscimento verso quanti, per le più svariate ragioni della vita, si sono allontanati dai luoghi della loro infanzia e della loro giovinezza, ma che della propria Terra hanno sempre conservato gelosamente i ricordi più autentici, quelli che ti toccano e ti segnano per sempre.
Non è facile affermarsi, “farsi strada”, lontano dalla pro­pria Terra, perché il “villaggio globale”, se da una parte punta alla uniformità, dall’altra tende, comunque, a respingere chi arriva dalla “periferia”.
Molti figli della Frentania sono riusciti a superare ogni ostacolo e a raggiungere alte vette nei vari campi della cultu­ra, delle scienze e delle professioni. Andrebbero premiati tutti per il prestigio che, di riflesso, danno ai luoghi della loro origine.
Il Collegio dei Ragionieri di Lanciano con “Il Frentano D’Oro”, da tre anni, nel premiare una di queste personalità intende, appunto, rendere omaggio a quanti portano alto, in altre città, il nome del proprio Paese d’origine.
Nella prima edizione “Il Frentano D’Oro” (realizzato dai Maestri orafi della “Ferrante Gioielliere” di Castelfrentano del M° Pietro Ferrante) venne assegnato allo Scultore Mario Ceroli, definito 
“il moderno Leonardo che trasforma la natura all’insegna della fantasia l’Artista che fa parlare il legno”. 

Il Premio de “Il Frentano d’Oro” ideato dal M° Scultore Mario Ceroli, Primo premiato nel 1998, con la sfera dell’Uomo Vitruviano, eseguito da “Ferrante Gioielliere” di Castelfrentano (CH).

Lo scorso anno il Premio è andato al Professor Marcello De Cecco, Economista, Storico e Giornalista tra i più illustri nel panorama culturale italiano.
Quest’anno “Il Frentano D’Oro” viene conferito al Profes­sor Alessandro Pace, ordinario di Diritto Costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma.

23 settembre 2000. Premiato Alessandro Pace. A sin. Marcello De Cecco, Garante del 1999
e a dx Ennio De Benedictis.

Costituzionalista tra i più noti e apprezzati, Autore di opere che “fanno scuola” nei vari campi del Diritto, Alessandro Pace ha sempre conservato intatto l’amore per la sua Città, per le persone e i luoghi che continua ad avere bene impressi nella mente e nel cuore.
Sulla figura e l’opera di Alessandro Pace, non abbiamo “titoli” per soffermarci; per questo ci sono illustri Relatori che con entusiasmo hanno accolto l’invito a partecipare alla sua premiazione: Prof. Leopoldo Elia, già Presidente della Corte Costituzionale e il Prof. Carlo Mezzanotte, Giudice della Corte Costituzionale.
In più, in questa pubblicazione abbiamo raccolto alcune testimonianze che possono aiutarci a conoscere più da vici­no Alessandro Pace.

MOTIVAZIONE, riportata su pergamena, del Premio “Il Frentano d’Oro” assegnato al Professor Alessandro Pace,
di Ennio De Benedictis, Presidente Collegio Ragionieri di Lanciano.
Lanciano, lì 23 settembre 2000.
Il Frentano d’Oro viene quest’anno assegnato ad Alessandro Pace in quanto Teorico della Libertà.
Tra le molteplici prospettive di studio che si offro­no al Costituzionalista, infatti, il Prof. Pace ha sem­pre privilegiato quella della “libertà dell’individuo” rifiutandone ogni possibile condizionamento funzionalistico non solo nei rapporti civili e politici ma anche in quelli economici.
E anche quando ha scel­to il potere come tema di studio, Alessandro Pace ne ha esaminato il profilo garantistico, piuttosto che quello organizzativo; come è avvenuto, ad esempio, con riferimento al potere parlamentare di inchiesta di cui ha sottolineato la potenziale pericolosità sia per i poteri coattivi di cui le relative commissioni sono dotate, sia perché il potere parlamentare d’in­chiesta potrebbe essere utilizzato come “strumento di governo della maggioranza”.
Questa opzione culturale, cui non è probabilmen­te estraneo l’insegnamento del suo primo Maestro, Carlo Esposito, spiega certamente la scelta dei temi dei suoi primi importantissimi studi sulla libertà di riunione, sulla libertà personale e sulla libertà di informazione, da cui ha preso le mosse la sua opera più diffusa e cioè la Problematica delle Libertà Costi­tuzionali.

Anno 2001. Premiato Guerrino De Luca, secondo da dx, accanto a Marcello De Cecco. Al centro l’orafo Pietro Ferrante, Alessandro Pace e ultimo a sin. Ennio de Benedictis.

Ma questa opzione culturale è anche alla base dei suoi studi in tema di Giustizia costituziona­le e di fonti (in particolare i saggi sulla sospensione dell’esecutorietà delle leggi autoapplicative e sugli autovincoli legislativi), nonché dei suoi più maturi e recenti interventi nel dibattito scientifico e politico.
Di grandissimo rilievo teorico e culturale è, nel recente volume “Potere costituente, rigidità costitu­ zionale, autovincoli legislativi’: sia la tesi della naturale rigidità delle Costituzioni scritte, che rovescia la corrente interpretazione circa il fondamento della rigidità costituzionale, sia il saggio sull’instaurazione di un nuovo ordinamento costituzionale, anch’esso sorretto da un’ispirazione garantistica di fondo, intesa a delimitare concettualmente il potere costituente, isolandolo storicamente come momento tendenzialmente irripetibile.
Politicamente significa­tiva è stata poi la battaglia che egli ha coerentemente combattuto contro certi recenti progetti di riforma costituzionale, da lui avversati con rigore e senso delle istituzioni quasi britannico.
L’assegnazione di un premio ad Alessandro Pace non richiederebbe, quindi, giustificazioni, perché egli è certamente uno dei massimi Maestri del Dirit­to Costituzionale; e una così notevole personalità di studioso è di per sé motivo di onore per la sua Città. Tuttavia il Frentano d’Oro assume quest’anno un significato del tutto speciale, perché proprio nell’atti­ vità scientifica del Prof. Pace è possibile riconoscere la personalità di un popolo, quello lancianese in par­ticolare, la cui passione libertaria ha potuto trovare espressione razionale nei suoi scritti.

TESTIMONIANZE: Enzio D’Antonio, Giacomo Nicolucci, Alfredo Sabella, Diana Innocenti De Benedictis, Luca Giancristofaro, Giovanni Falcone.

Enzio D’Antonio, Arcivescovo di Lanciano Ortona.

Stille di Amicizia.
I personaggi sono visti da lontano, magari ammirati, forse invidiati, più spesso criticati. Brutta sorte! Alessandro Pace non è in una galleria del genere, perché ha fatto una carriera accademica di prim’ordine, le sue pubblicazioni sono consultate, però ha mantenuta una dimestichezza familiare con tutti e un vincolo affezionato con la sua e nostra Città.
Mi è stata chiesta una testimonianza. E la dò volentieri, con taglio sbarazzino e per frammenti; non potrebbe essere diversamente, giacché la nostra è un’amicizia datata, risale agli anni ’50, vissuta con la freschezza della gioventù e ora vittima innocente della polvere del tempo. Comunque è rima­sta intatta, con l’intensità delle cose belle e vere.
Lui era alunno del Liceo Classico ed io, Prete da pochi an­ni, Insegnante di Religione. La sua era una classe di “giovanottoni“, vivaci (per usare un aggettivo eufemistico), intelli­genti, “croce e delizia” dei Professori.
Alessandro era il bello e il fusto della classe, eppure perfettamente integrato nella combriccola dominante. Limpido, compagnone, popolare, studioso ma non sgobbone, espansivo.
Chissà come e perché, è scattata la simpatia e mi sono ritrovato a stare con gli alunni, più tempo fuori che dentro la scuola, a condividere momenti goliardici, a raccogliere con­ fidenze e addolcire le crisi di … cuore, a far da mediatore in certi passaggi cruciali delle vicende scolastiche.
In quel periodo e Alessandro me lo ha ricordato più volte, mi dilettavo di grafologia che avevo studiato sui volumi del Moretti, raggiungendo una certa abilità. Mal me ne incol­se, perché fui subissato da richieste di analisi sulla propria scrittura e quella della “fiamma” di turno. Allora mi diverti­vo a vederli sbalorditi per aver colto nel segno.
Oggi, da anziano, sono indulgente verso questa debolezza giovanile, e mi vien da pensare che in fondo anche la grafologia assolve­va un compito educativo: ognuno scopriva doti, inclinazioni, difetti, tendenze, avversioni, ecc., ed era messo in grado di sviluppare qualche linea di formazione alla vita.
Può darsi che allora sia riuscito a individuare nella scrit­tura di Alessandro elementi premonitori di ciò che sarebbe diventato; ma anche se fosse così … sarei tenuto al segreto professionale!
Le nostre strade si sono reincrociate a Roma, ma ornai, ingolfati nel nostro lavoro e nelle responsabilità che ci cade­vano addosso, non avemmo che poche occasioni, sempre reciprocamente godute con fraternità, di vederci, fare una carrellata di ricordi sulla “combriccola” di allora, scambiarci le informazioni sugli amici comuni.
Non potevo dimenticare la sua brillante ascesa accademi­ca e così nel 1989 lo invitai a Lanciano ad uno di quei fortu­nati “Incontri al Seminarium”, di buon livello culturale, che da qualche anno attiravano numerosi operatori pastorali e professionisti. Lui era noto Ordinario di Diritto Pubblico all’Università di Roma, ed io a servizio come Arcivescovo della nostra Diocesi. Ricordo bene il tema che trattò, a due voci con Mons. Chiavacci illustre Docente di Teologia Morale a Firenze: “Bioetica: Leggi o costume?”.
Dopo il suo intervento, scarno ma puntuale e profondo, gli dissi che mi metteva soggezione e altre simili sciocchezze di imbarazzo, e lui mi fulminò con il sorriso che ben cono­scevo: “Don Enzio, non continui a sfottermi!”. E si chinò per abbracciarmi dall’alto della sua prestante statura.

Dott. Giacomo Nicolucci, Cultore della materia in Istituzioni di diritto pubblico
Frammenti di lezioni universitarie.
In occasione di seminari su argomenti di diritto pubblico da me svolti, nell’ambito della più ampia collaborazione con la Cattedra del Prof. Giampiero Di Plinio dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti, soprattutto presso il Corso di Laurea in Economia politica della Facoltà di Economia non sono mai mancati ampi riferimenti all’autorevole dottrina del Prof. Alessandro Pace.

Ennio de Benedictis con Alessandro Pace.

Nell’intento di volgere gli studenti verso un approfondimento degli argomenti trattati, soprattut­to conferendo un tono di scientificità alle lezioni con utili riferimenti alla letteratura giuridica, accanto alla citazione di illustri Autori quali il Santi Romano in tema di ordinamento giuridico e Norberto Bobbio per quanto concerne la “norma giuridica”, argomentando sulle libertà (costituzionali) dell’individuo è d’obbligo descrivere i relativi studi del prof. Pace.
Ed in questo senso non si può mancare di sostenere, facendo così proprie le parole del Prof. Pace, ad esempio in tema di libertà personale ex art. 13 Cost., che l’oggetto del diritto di libertà personale è il proprio essere fisico, il cui contenuto “si traduce nella disponibilità del proprio corpo: nell’agere licere del titolare rispetto quel bene, in relazione al quale l’astensione dei terzi, ovverosia il divieto fatto a costo­ro di impedire il libero esercizio del diritto, anziché costitui­re oggetto di puntuale pretesa, diviene una conseguenza strutturalmente necessaria per consentire la positiva realiz­zazione della libertà tutelata”.
Sullo sfondo, poi, della scientificità di lezioni così poste in essere vi è la soddisfazione, da un punto di vista teleologica­mente culturale, del recepimento, da parte degli studenti, del contenuto (e quindi dello scopo) di tali parva semina scien­tiarum.
È infatti assai gratificante notare come molti spunti di critica, sviluppati nell’ambito dei seminari con più o meno profondità, contribuiscano efficacemente a spezzare  la noia e la non proficuità di una acquisizione degli argomenti – in ispecie per la parte delle istituzioni del diritto pubblico – meramente contenutistica non affatto ragionata.
Emblematico, ad esempio, come gli studenti abbiano effica­cemente acquisito l’importanza concettuale della distinzione tra forme costituzionali rigidi e flessibili, ricordando parimenti lo storico contributo dell’illustre studioso irlandese James Bryce, la cui perdurante attualità è anche dovuta al serio lavo­ro del Prof. Pace nel curarne la recente, motivata traduzione.
Ovviamente, nei momenti delle lezioni, in cui l’attenzione, o meglio la concentrazione degli studenti risulta diminuita in ragione della continuità e della consistenza degli argomenti trattati, capita assai spesso di affrontare discorsi per così dire di storia della letteratura giuridica, fornendo anche notizie sugli Autori citati.
Pertanto, menzionata la figura del Prof. Pace, non si può non ricordare il suo Maestro, Carlo Esposito, maga­ri accennando in breve ai contenuti di alcuni scritti più impor­ tanti. Ed in proposito, in particolare agli studenti del Corso di Laurea in Economia Politica (con i quali in ragione del loro minor numero e delle loro più profonde motivazioni si stringe normalmente un rapporto più diretto) è dovuto ricordare che il Prof. Alessandro Pace è di viva origine lancianese, cosi come è analogamente dovuto di ricordare loro, in tema di giustizia amministrativa, la figura di Silvio Spaventa, il cui nome ricor­re persino tra le strade cittadine.
Valga dunque la mia espe­rienza di ricerca, ancora breve, per cui è stata ed è senz’altro essenziale e doverosa un’accurata conoscenza degli approfon­diti studi dell’illustre ed autorevole Costituzionalista, cui è dedi­cata l’edizione del premio “Il Frentano d’Oro”.
Infine, esortato dall’odierna occasione, mi sia permesso di ricordare, con deferenza, le ormai scomparse e per me grandi e care figure dell’Avv. Mario Ferrari e del più conosciuto fratello Giuseppe, che hanno decisamente determinato la mia profonda passione per la cultura giuridica e che quindi mi hanno permesso oggi di poter raccontare questi frammenti di lezioni universitarie.

Dott. Alfredo Sabella.
Gente Nostra.
Tanti anni orsono, e comunque in un periodo antecedente allo scoppio della II Guerra Mondiale, se qualcuno avesse chiesto ad un Abruzzese, magari della montagna
“chi mai fosse“,
avrebbe potuto ricevere una risposta secca e non priva di rusticana fierezza, formulata in questi termini:
“Sò di lù paese mé!”
Era una tipica manifestazione di quell’individualismo campanilistico, che é stato sèesso denunciato come uno dei tanti ostacoli frapposti perché da noi s’affermasse una compiuta identità nazionale. Era la riprova che, a quel tempo, l’esistenza di una persona era legata al contesto di una comunità chiusa in una civiltà tradizionale.
Poi le vicende belliche, la sconfitta, l’esodo in massa dei contadini dalla terra per trasformarsi in operai, insomma la modernizzazione e l’urbanizzazione hanno occultato questi particolarismi, hanno ridimensionato le “sub culture”, hanno colpito e ferito le tante comunità tradizionali.
Come tutti sanno, nella nostra vita quotidiana s’é inserita, con forza irresistibile, il mito dell’America. Ma non quello degli antichi emigranti, quelli che partivano con la speranza di far soldi e poi tornare in Patria; piuttosto l’altro mito, quello “dell‘”American way of life” che ha contribuito ad alimentare un’altra forma di individualismo, quello di massa.
Ormai i giovani dell’uno e dell’altro sesso, sia che vivano ad Oklahoma City, sia a Lanciano, si vestono e si comportano, presso a poco, tutti allo stesso modo.
Le discoteche del mondo occiedentale sono tutte eguali: luci accecanti, musiche assordanti, pavimenti lucidissimi e tanti giovani che ballano, ognuno per conto proprio in mezzo a tanti sconosciuti, tutti agitandosi furiosamente, come tanti dervisci impazziti.
E’ un momento espressivo della solitudine che invade chi vive nelle società dell’individualismo di massa (un bisticcio di parole, ma che rende bene la situazione). Però, da tanti segni inequivocabili sembra che il pendolo delle costumanze sociali voglia muoversi in senso inverso, per tornare a coltivare temi della particolarità, della singolarità; insomma per tornare ad essere se stessi.
In definitiva, si potrebbe dire (sia pure con molte riserve suggerite dalla prudenza) che l’opera di metabolizzazione della modernità “Made in U.S.A.” non sia stata completa e globale; di tal che, qua e là, si notano tentativi felici per il recupero di forme di vita di antica ascendenza italica, ispira­te alla sapienza ed alla saggezza dettate dalla “urbanitas”.
Sia consentita un’innocente battuta, come questa che segue: l’Unità d’Italia deve molto a Mazzini e Garibaldi; a Vit­torio Emanuele e a Cavour. Ma non bisogna dimenticare l’o­nesto Pellegrino Artusi, che ha scoperto e fatto conoscere l’antica arte italica della cucina nelle diverse Regioni, contri­buendo alla sua diffusione in tutta la Penisola. Arte sapien­tissima, che oggi sostiene validamente l’industria turistica.
Solo in questo modo appaiono comprensibili, ed anche apprezzabili, le trasmissioni in TV intese a far conoscere gli antichi sapori, le antiche ricette, per salvare una forma di civiltà che potrebbe essere travolta dalla diffusione dei siti “Mac Donald’s!”.

Lucio Trojano interpreta Alessandro Pace.

Quello che sorregge una civiltà è il senso di appartenenza, che è un efficace sostegno alla crescita della propria indivi­dualità. Da questa esigenza è nata la riscoperta di tante tra­dizioni medioevali, spesso sublimate dalla fantasia, com’è capitato alla festa del Mastrogiurato, a Lanciano, una iniziati­va felice ed intelligente che merita di essere assecondata e conservata nel futuro.
In questa prospettiva, si deve valutare il contributo attivo che il Collegio dei Ragionieri di Lanciano ha voluto dare alla salvaguardia della tradizione culturale della nostra Regione, allorché ha deciso di istituire un premio da attribuire a quel­ l’abruzzese che più si fosse distinto nell’esercizio della pro­ pria attività professionale.
Una tradizione culturale insecchisce e muore se non viene coltivata.
Insieme alla fine della tradizione culturale si dovrà constatare poi anche la fine del senso di appartenenza. Biso­gna convincersi che la diversità è un valore; che la particola­rità è ricchezza; che la consapevolezza della propria tradizione è la forma migliore per aprirsi ai contributi culturali che possono venire da altra provenienza. Il Collegio dei Ragionieri di Lanciano è convinto della validità di quanto ora affermato, perché, volendo riportarsi alle radici della tradizione, ha intitolato il premio in questi termini: “Il Frentano d’Oro”.
Quel richiamo alla “Frentania” non va inteso come indivi­duazione di un particolare territorio dell’Abruzzo, ma è un tributo all’orgoglio campanilistico (e va bene, campanilistico! ma quando ci vuole, ci vuole!), di potersi riportare ad una antica stirpe Sannitica che abitava queste terre, e che seppe resistere a Roma, prima di essere domata e dominata. Sappiamo che questo richiamo al passato è una forma di difesa contro l’anonimato arrogante della società televisiva, una forma di “ancoraggio”(come felicemente è stato detto) ai punti di partenza “per restare se stessi”.
Nel nome della tradizione culturale, con il rafforzato senso di appartenenza, questo anno 2000, il premio è stato assegnato al lancianese Prof. Alessandro Pace, luminare del Diritto Costituzionale nell’Università di Roma.
Chi scrive, nulla, assolutamente nulla può dire dei meriti accademici del Prof. Pace. Altri lo faranno. Per parte sua si limita a tacere, memore dell’insegnamento biblico: “Non cercare quello che è al di sopra di te; e quello che è al di sopra delle tue forze, non lo indagare” (Ecclesiastico: 3,22).

Legittimato dall’età raggiunta, chi scrive ritiene più con­geniale avventurarsi sui sentieri del passato, avendo avuto l’occasione di conoscere il Nonno, il Padre, lo Zio del Prof. Pace, perché l’allora modesta estensione urbana della vec­chia Lanciano rendeva possibile che nessuno fosse ignoto all’altro, anche se ognuno rimaneva rispettoso della diversa collocazione gerarchica che la società agricolo-artigiana di quel tempo assegnava a ciascuno.
Una stirpe di cultori del diritto quella dei Pace: a datare dal nonno Angelo, dal padre Vittorio, dallo zio Nicola Tom­maso. Ma anche di Artisti, se nella memoria (sia pure vaga­mente) c’è il ricordo di un Carlo Pace, scultore.
Antica stirpe lancianese: le cronache locali ricordano che il magnifico Don Policarpio Pace fu coinvolto nei tragici avvenimenti della rivoluzione del 1799, patendo il carcere ed altre disavventure.
Come accade sovente nella vita degli uomini, il Prof. Pace, per seguire il proprio destino, ha dovuto abbandonare il paese natìo; ma si può essere sicuri che anche a lui sarà capitato quello che capita a tutti, e cioè di scoprire, nei momenti di nostalgica malinconia, che, il cielo del proprio paese è diver­so, ed è inspiegabilmente il più bello, quando volge al bello!
In ogni Terra di questo mondo si possono cogliere pano­rami splendidi, superbi, affascinanti. Ma la linea morbida della Maiella che si staglia all’orizzonte, quando la si coglie dalle Torri Montanare, è la più accattivante, perché è quella che è stata capace di far nascere nel cuore le prime fantasie della giovinezza.
Nella paciosa Lanciano del secondo dopo guerra, presso il cinema Fenaroli o presso il cinema Imperiale, durante la proiezione dell’ultimo spettacolo, era frequente l’occasione di incontrare i coniugi Pace.
Don Vittorio, con l’eterno sorriso accattivante sulle lab­bra, salutava tutti e veniva ricambiato nel saluto; e poiché era simpatico volentieri gli venivano perdonati i commenti, ad alta voce, con cui accompagnava le sequenze della proiezio­ne del film. Accanto a lui, sedeva sua moglie, Donna Clara Caracciolo, gioiosa presenza che arricchiva l’ambiente con la sua bellezza, simile a quella di una divinità pagana. Meravi­gliava tutti perché non utilizzava cosmetici per ingraziare il suo viso, ed aveva uno sguardo dolce e profondo che sem­brava aperto ad un lontano mattino d’inverno. La memoria torna al giorno in cui l’Avvocato Nicola Tommaso Pace, Don Ninnì, dal balcone della casa paterna, in Via Cavour, in quel­la strada buia e stretta, ringraziava la folla che l’acclamava perché era stato eletto Deputato. E risuonano nella mente gli accenti commossi con cui confessava il suo affetto per il paese natìo. Don Ninnì fu Deputato nel passato regime fasci­sta e Senatore nella prima Repubblica.  E questo va ricordato a testimonianza della stima da cui era circondato.
Oggi, l’antico onore dei Pace viene riconfermato ed esal­tato dal prestigio conseguito dal Prof. Alessandro nella Catte­dra romana.
Chi scrive questa nota deve confessare che, trascorso il tempo della vita universitaria e poi quello per la preparazio­ne al concorso per l’ammissione alla carriera amministrativa presso il Ministero dell’Interno, non ha più avuto dimistichezza con i testi di Diritto costituzionale. Confessa, tuttavia, che gli è stato sempre difficile e difficoltoso capire come la tumultuosa e contraddittoria vita storica dei popoli possa essere ricompresa e ricomposta entro formule giuridiche che, pur restando inalterate nel testo, riescano sempre e comunque, a disciplinare e ad assecondare il processo di sviluppo.
Ma questa condizione subalterna è imputabile solo ed esclusivamente ai suoi limiti soggettivi. E perciò è possibile, ed anche comprensibile, che egli nutra profondo rispetto per chi, come il Prof. Pace, utilizzando il proprio ingegno, riesca ad individuare quelle forme giuridiche che rendono accetta­bile l’umana convivenza.
Il rispetto si tramuta e si sublima nel compiacimento det­tato dal noto spirito campanilistico, se si tratta di un concit­tadino che, facendo onore a se stesso, onora l’intero Paese natìo. Perciò se qualcuno dovesse chiedere a chi scrive:
“Ma chi è questo professore Pace?”
risponderebbe, con l’antica rusticana fierezza abruzzese:
“È un giurista famoso! È uno di lù paese mè”!
Ma a parte ogni considerazione campanilistica, non si può non restare ammirati per il grande contributo culturale che il Prof. Pace ha dato alla Scienza del Diritto Costituzionale.

XV Edizione del Frentano d’Oro, premiato Valentino Pace, a dx il fratello Alessandro, Garante del 2000. Al centro il Dr. Mario Pupillo

Merita cli essere ricordato che il motivo di ispirazione dei suoi studi si basa sulla difesa “del valore della dignità umana… senza il quale non esiste l’uomo come soggetto della storia!”
Questa proposizione la si può rinvenire nella prefazione che il Prof. Pace ha dettato per la II Edizione del suo testo intitolato: “La problematica delle libertà costituzionali“. Ma quello che poi più colpisce in questa pagina è la sublime confessione che la matrice ideale cli questo proposito culturale non viene da un affinamento di studi, ma dall’insegnamento materno, un insegnamento maturato nei tempi tristi in cui la guerra veniva combattuta entro le mura della nostra Lanciano. E qui la memoria viene sollecitata a ricordare le sofferen­ze, le umiliazioni, i profondi rivolgimenti, le menzogne, i ricatti, le ingratitudini, le accuse, insomma tutta la ridda dei sentimenti e dei risentimenti umani che la guerra può scate­nare in una comunità fino a ieri ordinata e civile.
Difficile potersi illudere! A parte le distruzioni provocate dagli eventi bellici, sembrava che tutto fosse rimasto come prima. Ed invece, nulla era più come prima.
Solamente il senso della nostra dignità può preservarci dal degrado che la bestialità della guerra può imporre, a tutti!
La tragedia della guerra, ieri.
Il crollo delle ideologie, oggi.
La contestazione del ’68, ieri.
Il crollo dell’identità nazionale, oggi!
Vivere è difficile, se non ci sono uomini e donne che, con grande impegno morale e culturale, ci esortano a non arren­derci, ad andare avanti.
In questa prospettiva il lavoro cultu­rale del Prof. Pace è di grande aiuto, per tutti. Nella nostra condizione di concittadino che ammira tanto impegno, non resterebbe altro che formulare al Prof. Pace un voto augurale per un buon esito del suo lavoro.
Ma per una civetteria di sapore provinciale, insomma fuori moda, che ci vorrà essere perdonata, l’augurio va for­mulato nei termini rituali di una lingua sacrale ingiustamen­te emarginata: “quod bonum felix faustumque sit!”

Diana Innocenti De Benedictis.
Sei cuori infilati in uno spiedo
.
Negli anni SO il Viale dei Cappuccini di Lanciano era una splendida strada alberata di tigli con poche case immerse nel verde i cui abitanti si conoscevano tutti.
Alessandro abitava poco distante da casa mia, ma i 5 o 6 anni di differenza d’età facevano sì che Alessandro fosse un “grande” che nemmeno vedeva me e le mie sorelle che fre­quentavamo ancora la scuola elementare.
Ma noi guardavamo lui eccome! Alessandro era un “bello” che aveva successo con le ragazze che fortunate loro avevano gli anni giusti e gli attributi giusti per essere guardate.
Un pomeriggio Adriana Cipolla, una piccola come noi, ci chiamò a casa sua e ci raccontò che le sue sorelle “grandi” avevano fatto una festa a cui lei non era stata invitata, ma dalle tracce rimaste deduceva che doveva essere stata bellissima. Infatti c’erano ancora i dischi fuori dalle custodie, i bic­chieri con le spremute di arancia e sul muro lì in bella vista, disegnato uno spiedo con infilzati sei cuori

sanguinanti mentre una fiammata li rosolava; più sotto la firma dell’autore: Alessandro.
Era per noi la prova evidente, anzi la confessione scritta, che Alessandro era un casanova.
Dalle gocce di sangue più o meno copiose che uscivano da quei cuori cercammoanche di risalire alle proprietarie: Giovanna? Fausta? Olga? Lina? Chissà!
Poi gli anni sono passati. Alessandro si faceva vedere sempre meno a Lanciano preso dai suoi impegni universitari. Noi “piccole” eravamo finalmente giunte alla sospirata adolescenza, ed avevamo problemi più seri: tipo “se quel ragazzo mi bacia devo tenere gli occhi aperti o gli occhi chiusi? Anche se mi bacia su una mano?”.
Lo spiedo intanto ha continuato a girare lì sul muro di Casa Cipolla e a raccontare dei sogni, della voglia di vivere e dell’esuberanza di un ragazzetto che era partito alla conquista dell’Universo.

Luca Giancristofaro, cronista de “Il Messaggero”.
Quando il Costituzionalista ha un cuore “rossonero”.
I Professori, soprattutto quelli universitari, per me, ancora studente, oltre che giovane cronista sportivo del “Messaggero”, sono sempre stati quelli che siedono dall’altra parte del tavolo, che interrogano, che fanno domande talvolta assurde, che rigirano tra le mani il “libretto”, prima di emettere la sentenza.
Ora ho scoperto che anche i professori universitari hanno un “cuore” qualcuno, addirittura, il cuore ce l’ha “rossonero”, nel senso che è un super tifoso del Lanciano-Calcio.
Credetemi, ho appreso davvero con emozione che un eminente Professore di Diritto Costituzionale, come Alessandro Pace, che pur vivendo nella Capitale da molti anni, segue le vicende della squadra della propria città di origine quasi con la stessa passione di un “ultrà” della curva sud.
E così, quando racconto sul “Messaggero” le partite del Lanciano, ci metto più attenzione proprio pensando che tra i miei lettori c’è anche il Prof. Pace.
Non lo conosco personalmente il Professore, ma mi piace immaginarlo come un austero studioso che si “scioglie” di fronte a un gol rossonero; un tifoso qualsiasi che trepida nell’attesa di conoscere il risultato della sua squadra del cuore.
Credo di aver capito come in fondo ci sia una correlazione tra il Prof. Pace e la squadra dai colori rossoneri: entrambi portano alto il nome di Lanciano. Un sodalizio, quindi, pressoché inevitabile.
Stia tranquillo, Professore: anche quest’anno il Presidente del Lanciano, Ezio Angelucci, un altro cuore rossonero, ha allestito una buona squadra. Le soddisfazioni non mancheranno. Ma nel calcio manca quella “certezza del Diritto” di cui Lei é Maestro, e ci potrà essere quindi anche qualche delusione: non si amareggi più di tanto perché, come dicono gli “ultrà”, “la squadra del cuore é una fede”.
Proprio pensando a tutti i tifosi rossoneri che vivono lontano da Lanciano, ho realizzato un sito internet sulla nostra squadra, con tutte le notizie e gli aggiornamenti in tempo reale. Chi si trova a “navigare” nella veste di “ultrà” rossone­ro, può cliccare su utenti. tripod.itlsslanciano.
Mi legga sempre Professore, mi fa sentire un po’ più importante.
Grazie, anche per questo.

Alessandro Pace con i coniugi Ennio e Diana Innocenti De Benedictis alla XI Edizione del 2008,
Premiato Lucio Trojano.

Giovanni Falcone.
La Costituzione come “VOCABOLARIO”.
Accostarsi all’opera di un insigne Costituzionalista è, per qualsiasi giovane “operatore del diritto” atto di audacia, necessariamente accompagnato da un senso di timore reve­renziale: lo stesso suscitato dal primo accostarsi ai sobri e severi volumi che del “Diritto Costituzionale” costituiscono la necessaria introduzione. Quelle nozioni, apprese (come normalmente avviene nell’attuale ordinamento degli Studi uni­versitari) all’inizio del “viaggio” nel mondo del Diritto – quan­ do il “giurista in erba” inizia a balbettare la ‘lingua” di Irnerio – restano come insegnamenti fondamentali, come linee guida, direi come dirittura morale del Giurista: il rievocarle ed il riassumerle, come necessariamente accade quando ci si accosta al percorso intellettuale di Alessandro Pace e lo si ripercorre, non può non suscitare nuovamente una riflessione intorno ai valori fondamentali del nostro ordinamento.
Una riflessione che si fa ora più matura, più pacata, più consapevole dell’importanza che quegli Istituti, dapprima appresi e “trattenuti” come strumenti e guide per inoltrarsi nella selva del Diritto, rivestono e ricoprono ove si intenda restituire alle professioni giuridiche il loro profondo senso di eticità.
E l’opera del Professor Pace ha dimostrato e dimostra che quegli “strumenti”, quelle “guide”, oggi più che mai, lungi dall’essere “tramontate” nell’orizzonte del Giurista, rappresentano l’unica chiave per interpretare i temi ed i problemi nuovi (o soltanto apparentemente nuovi) della società civile: è ancora la prospettiva costituzionale – sembra ricordarci continuamente il Professor Pace – a consentirci di “tradur­re” i principi dell’ordinamento nella società dell’informazio­ne, dell’automazione, della comunicazione. E quei principi non possono non riscontrarsi ancora in quei “diritti fonda­mentali” che, allora, non sono più sedimento, cascame, reto­rica del Diritto, ma i valori, ma i termini di paragone, ma i criteri – tremendamente attuali – alla luce dei quali fornire al Legislatore motivo e materiale di intervento, ed alla cui lente misurare ed interpretare il suo operato.
Quelle “chiavi di lettura” consentono di “preconizzare” i possibili impatti su quei valori di una società in continua trasformazione: in questa prospettiva, ci insegna il Professor Pace, il Giurista – ed il costituzionalista in ispecie – dovrà essere attento ed ascoltato interlocutore; lo stesso ingresso e la conseguente diffusione delle nuove tecnologie di comuni­cazione interpersonale porrà inevitabilmente la necessità di prevenire che nella società civile possano porsi ed affermarsi modelli di contrapposizione tra chi detiene e chi manca del necessario “know how”.
Ecco perché parlare di uguaglianza, formale e sostanziale, anche per chi, pur operando nel mondo del diritto, ha iniziato a percorrere strade professio­nali diverse da quelle seguite dagli studiosi di diritto pubbli­co e di diritto costituzionale, non può essere soltanto l’utiliz­zo, astratto ed asettico, di una categoria concettuale su cui costruire ed impiantare argomentazioni. Ecco perché la riflessione su temi quali l’instaurarsi di una costituzione o sulla “naturale rigidità” di una Costituzione scritta non può e non deve essere territorio “riservato” agli addetti ai lavori, se, almeno, al quotidiano dibattito sulle riforme istituzionali si voglia conferire un fondamento ed una dignità culturali.
Ma questo è il compito del Costituzionalista: ricordarci che a fondamento di un sistema giuridico c’è un atto di “riconoscimento” del Giurista. Riconoscimento dell’esistenza di valori (che, senza timore di essere tacciati di anacronismo, vale la pena di chiamare per il loro nome: diritti naturali) che trascendono e precedono la norma e di cui quest’ultima deve cercare – fin dove possibile – di essere traduzione.
E, certamente, per quella “traduzione”, le opere del Pro­fessor Pace costituiscono un indispensabile “vocabolario”.

Anno 2010. Il Prof. Alessandro Pace, terzo da sin., alla premiazione del Prof. Giuseppe Rosato, secondo da dx, accanto a Marcello De Cecco (Garante 1999). Da sin.: Ennio De Benedictis, Mario Giancristofaro, A. Pace, Cicci Santucci (Garante 2009) e Lucio Trojano Garante 2008).

CURRICULUM ACCADEMICO-SCIENTIFICO del Professor Avv. Alessandro Pace. Nato a Lanciano il 30 settembre 1935; residente a Roma, piazza delle Muse n. 8;
laureato in giurisprudenza nell’Università di Roma (1957);
assistente straordinario (dal 1962) e, poi (dal 1967), assi­stente ordinario di diritto costituzionale nella Facoltà di giu­risprudenza dell’Università di Roma;
libero docente di diritto costituzionale nella medesima Facoltà (dal 1967); professore incaricato di diritto costituzionale nella Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Cagliari negli anni accademici 1968/69, 1969/70, 1970/71, 1971/72;
vincitore, nel 1972, del concorso di diritto costituzionale bandito nel 1970 su richiesta della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Cagliari;
professore straordinario di diritto costituzionale nella Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Cagliari, nell’an­ no ace. 1972/73;
professore straordinario di diritto costituzionale nella Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Modena nell’an­no acc. 1973/74;
Relatore ufficiale in numerosi convegni di studio italiani e stranieri.
Esercita la professione forense sin dal 1959. Come avvocato, ha acquisito notorietà a livello nazionale soprattutto in materia radiotelevisiva, avendo discusso importanti cause in tale settore dinanzi al Consiglio di Stato, alle Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione e, soprattutto, dinanzi alla Corte costituzionale. Dinanzi alla Corte costituzionale ha altresì discusso conflitti di attribuzione sollevati da Regioni contro Stato e conflitti di attribuzioni tra poteri dello stato (Corte dei conti contro Parlamento e Governo, Corte dei conti contro Governo, Corte dei conti contro Autorità Giurisdizionale). Ha inoltre discusso, sempre di fronte a tale Corte, questioni di legittimità costituzionale in tema di istituzioni di nuovi comuni, di soppressione di consorzi di bonfica, di legittimità delle tariffe elettriche, di ammissibilità del controllo di gestione sulle federazioni degli ordini professio­nali di previdenza forense, di iscrizione dei fotocineoperatori nell’albo dei giornalisti, di assicurazione della responsabi­ lità civile, di tutela del consumatore etc. etc.

PUBBLICAZIONI.
Volumi.
La libertà di riunione nella Costituzione italiana, Giuffrè, Milano, 1967,
Il potere d’inchiesta delle assemblee legislative. Saggi, Giuffrè, Mila­ no, 1973.
Stampa, giornalismo, radiotelevisione. Problemi costituzionali e indirizzi di giurisprudenza, Cedam, Padova, 1983.
Problematica delle libertà costituzionali Lezioni, Cedam, Padova, 1983 e 1984 (Parte generale), 1985 (Parte speciale, I), 1988 (Parte speciale, II), 1989 (Appendice di aggiomarnento).
Problematica delle libertà costituzionali. Parte generale, Il edizione, Cedam, Padova, 1990.
Problematica delle libertà costituzionali. Parte speciale, II edizione, Cedam, Padova, 1992.
La causa della rigidità costituzionale, I edizione, Cedam, Padova, 1995,
La rigidez de las constituciones escritas (con Joaquin Varela), C.E.C., Madrid, 1995.
La causa della rigidità costituzionale, II edizione, Cedam, Padova, 1996.
Quale, dei tanti federalismi? {curatore), Atti del Convegno Inter­ nazionale organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza  dell’Università  “La Sapienza” Roma, 31 gennaio-I febbraio 1997, Cedam, Padova, 1997.
Potere costituente, rigidità costituzionale, autovincoli legislativi, Cedam, Padova, 1997.
Presentazione della traduzione italiana di J. Bryce, Costituzioni flessibile e rigide, a cura di A. Pace, Giuffrè, Milano, 1998.

Dall’alto a sin.: Giulia Bamford De Cecco, il coniuge Marcello, Don Enzio D’Antonio, Alessandro Pace.

Articoli, relazioni, commenti, voci di enciclopedi.
Libretto di lavoro, voce delI’Enc. forense, voi. IV, VaUardi, Milano, 1959.
Spedizione (contratto di), voce dell’Enc. forense, vol. VII, Vallardi, Milano, 1962.
Successione tra Stati, voce dell’Enc. forense, voi. VII, Vallardi, Milano, 1962.
Il concetto di ordine pubblico nella Costituzione italiana, in Arch. giur. Filippo Serafini, 1963, voi. CLXV.
Spunti per una delimitazione “costituzionale” dello  sciopero” in Giur. cast., 1964.
La libenà di riunione, Relazione di settore al Congresso per il centenario delle leggi amministrative di unificazione tenuto a Firenze nel 1965,a cura dell’ISAP, Vicenza, Neri Pozza, 1967.
Sulla sospensione cautelare dell’esecuzione delle leggi autoappli­cative impugnate per incostituzionalità, in Riv. trim. dir: pubbl., 1968 e in “Studi in memoria di Carlo Esposito”, vol. II, Cedam, Padova, 1972.
Relazione italiana al convegno internazionale tenuto a Madrid (Spagna} nel maggio 1989 su “La garantia constitucional de los derechos fundamentales. Alemania, Espafza, Francia e Italia, pubblicato nel volu­ me collettaneo con lo stesso titolo, a cura di A. Lopez Pina, Civitas, Madrid, 1991.
Commento al Messaggio del Presidente della Repubblica del 26 giugno 1991 sulle riforme istituzionali,in Giur. cost. 1991.
Comunicazi.oni di massa (aspetti giuridici) voce dell’Enciclopedia delle scienze sociali, voi. II, 1st. Enc. It., Roma, 1992.
L’iniziativa economica privata come diritto di libertà. Implicazioni teoriche e pratiche, in “Studi in memoria di Franco Piga”, val. II, Giuffrè, Milano, 1992. Esternazioni presidenziali e forma di governo. Considerazioni cri­ tiche, in Quad. cost. 1992 e in “Scritti in onore di Pietro Vù:ga”, tomo II, Giuffrè, Milano, 1994.
Alcune riflessioni sul pensiero costituzionalistico di Carlo Espo­sito, in Giur. cost. 1992 e in AA.VV., Il pensiero costituzionalistico di Carlo Esposito, Giuffrè, Milano, 1993.
Diritti ”fondamentali” al di là della Costituzione?, in Pol.dir. 1993.
Libertà «del» mercato e «nel» mercato, ivi 1993.
La locuzione “comunicazione di massa” e la discutibile sua rile­vanza giuridica, in Dir. dell’informaz. e dell’informatica 1993.
La “naturale” rigidità delle costituzioni scritte, in Giur. cost. 1993 nonché, in forma ridotta, negli “Studi in onore di Manlio Mazziotti di Celso” val. II, Cedam, Padova, 1995, col titolo La causa della rigidità costituzionale. Una rilettura di Bryce, dello Statuto albertino e di qualche altra costituzione.
The Position of Advertising according to the Italian Constitution in AA.VV., Advertising and Constitutional Rights in Europe, a cura di W. Skouris, Nomos Verlag, Baden Baden, 1994.
Ricordo di un maestro, in AA.VV., Il contributo di Vezio Crisa­ fulli alla scienza del diritto costituzionale, Cedam, Padova, 1994.
Problemi della revisione costituzionale in Italia: verso il federa­lismo e il presidenzialismo?, Lezione inaugurale dell’anno accademico 1994-95 dell’Università di Istanbul (Turchia}, in Studi parlamentari e di politica costituzionale, 1995.
La televisione pubblica in Italia, Relazione al convegno inter­nazionale su “La television publica en la Union Europea”  tenuto ad Alca­là de Henares (Spagna) il 31 marzo/1 aprile 1995, in Il Foro italiano, 1995 nonché, con aggiunte, negli “Studi in onore di Feliciano Benvenu­ti” val. III, Mucchi, Modena, 1996 e in AA.VV., La television publica en la Union Europea, a cura di J. Juan Gonzalez Encinar, Mc Graw & Hill, Madrid, 1996.
La tutela giurisdizionale dell’utente radiotelevisivo, in Diritto del­l’informazione e dell’informatica, 1995.
In difesa della “naturale” rigidità delle Costituzioni scritte, in Giur. cosi., 1995. Divagazioni sui decreti-legge non convertiti, Relazione al Seminario svoltosi presso la Corte Costituzionale1’11 novembre 1994 in AA.VV., I decreti-legge non convertili, Giuffrè, Milano, 1996, nonché in Politica del diritto, 1995.
Intervento al Convegno su «Sistema dei controlli e riforma della Costituzione)) Milano 11-12 dicembre 1992, Corte dei Conti – Centro Fotolitografico, Roma, 1995.
Il diritto sulla propria immagine nella società dei mass media, Lezione inaugurale dell’anno accademico 1995-96 dell’Università “La Sapienza” di Roma, in Riv. llim. dii: e proc. civ., 1996 e in “Studi in onore di Gustavo Romanelli”, Giuffré, Milano, 1997. Lo stesso saggio, con ampliamenti e integrazioni, è  apparso in traduzione  spagnola, col titolo “El derecho a la propria imagenen la sociedad de los mass media”, nella Revista espanola de derecho constitucional, n. 52, 1998.
Intervento al dibattito sul tema I costituzionalisti e il caso “Mancuso”, in Giur. cost., 1995.
lneleggi.bilità, incompatibilità e confiitto di interessi dei parlamentari e dei titolari di organi di govemo, Relazione al convegno su “Ineleggibilità, incompatibilità e conflitti di interesse degli uomini di gover­no” (9 maggio 1996) orgnizzato dall’Istituto di diritto pubblico della Facoltà di giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma, in Democrazia e cariche pubbliche, a cura di S. Cassese e B.G. Mattarella, Il Mulino, Bologna, I996.
L’instaurazione di una nuova costituzione. Profili di teoria costitu­zionale, Relazione al Convegno annuale dell’Associazione italiana dei Costi­ tuzionalisti tenuto a Torino il 25 e 26 ottobre 1996, in Quad. cost., 1997, nonché, tradotto in spagnolo, in Revista de estudios politicos, n. 97, 1997.
El sistema televisivo italiano, Relazione al Convegno organiz­zato dall’AEDA a Siviglia (Spagna) (23/26 ottobre 1996), in AA.VV., Derecho Europeo del Audiovisual, {in spagnolo), a cura di S. Munoz Machado, vol. I, Escuela Libre Editoria!, Madrid, 1997, nonché, in italiano con aggiornamenti, in Poi. diritto, 1997.
Le forme extrapenali di responsabilità del Capo dello Stato, Relazione.al Convegno di Perugia (9-11 maggio 1996) in AA.VV., Il Pre­sidente della Repubblica a cura di M. Luciani e M. Volpi, Il Mulino, Bolo­gna, 1997 nonché negli “Scritti in onore di Sergio Galeotti”, tomo II. Giuffrè, Milano, I998.
La variegata struttura dei diritti costituzionali, in Associazione per gli Studi e Ricerche parlamentari. Quaderno n. 8. Seminario 1997, Giap­pichelli, Torino, 1998; in “Scritti in onore di Giuseppe Abbamonte”, voi. II, Jovene, Napoli, 1999, nonché, tradotto in spagnolo, col titolo La hete­rogenea estructura de los derechos constitucionales, in Cuadernos de Derecho publico 1998.
Processi costituenti italiani 1996-97, in Dir. pubbl., n. 3, 1997 nonché, tradotto in spagnolo, col titolo Procesos constituyentes italianos 1996-97 in Cuadernos constitucionales de la catedra Fadrique Furiò Ceriol, n. 20/21, 1997; e negli “Studi in onore di Leopoldo Elia”, tomo II, Giuffrè, Milano, 1999.
Brevi note sulla sostanziale conferma dell’art. 138 Cosl. nel progetto della Bicamerale, in Giur. cost. 1997, nonché, con lievi modifiche, col titolo Quale sorte per la Costituzione rigida, in AA.VV., La Costituzio­ne tra revisione e cambiamento, quaderno de “Il Ponte”, n. 2, 1998.
I programmi infonnatici tra eguaglianza sostanziale e fonti del diritto, Relazione al Convegno su “L’automazione incontra il diritto”(Grosseto, 16 maggio 1998) in Rivista del notariato, 1998.
Il mutato ruolo (e la permanente centralità) dei consorzi di bonifica nell’evoluzione della disciplina delle «funzioni di bonifica», Rela­zione al Convegno su “I consorzi di bonifica nell’evoluzione dell’ordina­mento statale e regionale” (Mantova, 27 ottobre 1998), ampliata e inte­grata con il contributo di S. Cadeddu, in Riv. trim. dir. pubbl. 1999.
Partecipazione al Forum su “Media, poteri, diritti” in Rivista di diritto costituzionale, 1998, Giappichelli, Torino, 1999.
Omaggio a Leopoldo Elia, in Giur. cost., 1999.
Autorità e libertà nel settore delle telecomunicazioni e della televisione, Relazione al Convegno tenuto a Pisa il 24 settembre 1999 su “Comunicazione ed informazione nella disciplina internazionale comuni­taria e statale”, in Dir. radiodiff. telecom., nuova serie, 1999, n. 3.
La libertà personale e di circolazione dei soggetti disabili nel sistema costituzionale dei diritti di libertà, Relazione al Convegno, tenu­to a Firenze il 28 settembre 1999, su “Libertà inviolabili e persone con disabilità”, in R. Belli (cur.), Libertà inviolabili e persone con disabilità, Franco Angeli, Milano, 2000.
I circoli privati tra libertà di associazione e principio di eguaglian­za, in Giur. cost., 1999.
Considerazioni sulla giurisprudenza in materia radiotelevisiva, Relazione al Convegno, tenuto a Napoli il 27 e 28 giugno 1997, su “Diritti di libertà e diritti sociali tra giudice costituzionale e giudice comune”; Jovene, Napoli, 1999. Giurisdizione e insindacabilità parlamentare nei conflitti costi­tuzionali, Relazione introduttiva al Seminario di studi tenuto presso la Corte costituzionale il 31 marzo e il 1° aprile 2000, su “Immunità e giu­risdizione nei conflitti costituzionali”, Giuffrè, Milano, 2000 e in Quad. cost. 2000, fase. 2.
Costituzioni rigide e costituzioni flessibili. Relazione al Convegno, svolto il 20 e 21 marzo 2000, sul tema “Costituzionalismo antico e moderno. Valori, dottrine, regole” organizzato dai Dipartimenti di Diritto pubblico e di Antichità e Tradizione classica dell’Università di Roma “Tor Vergata”. In corso di stampa negli “Studi in onore di Francesco Finocchiaro”; su Dir. pubbl. 2000, fase. n. 3 nonché tradotto in tedesco, sullo Jahrbuch des offentlichen Rechts, 2001.
Note di giurisprudenza.
Rilievi sulla detenninazione giudiziale della retribuzione sufficiente, in Giur. cost., 1961.
Espropri incostituzionali: restituzioni e responsabilità civili della pubblica amministrazione per l’applicazione di leggi illegittime, ivi, 1962.
I limiti dell’interpretazione “adeguatrice”, ivi, 1963.
Riunioni in luogo pubblico e limitazioni di polizia, ivi, 1963.
Sulla costituzionalità della licenza per dare spettacoli o tratteni­menti pubblici, ivi, 1965.
Rilievi intorno alla sentenza del 28 aprile 1965 della Cassazione penale sulle garanzie della difesa nell’istruttoria sommaria, ivi, 1965.
Osse,vazione sulla ”pubblicazione” delle sentenze d’accoglimento della Corte costituzionale, ivi, 1965.
Pubblicazione incompleta ed entrata in vigore della legge, ivi, 1965.
Identità o differenza tra la questione di costituzionalità della norma e la questione di costituzionalità della interpretazione?, ivi, 1965.
Misure di sicurezza e pericolosità sociale presunta, ivi, 1966.
Sull’onere dei clienti di dare le proprie generalità all’albergatore e sull’obbligo di quest’ultimo di comunicarle all’autorità di pubblica sicu­ rezza, ivi, 1966.
Precisazioni in tema di rapp01ti tra diritto di sciopero e diritto di riunione, in Mass. giur. lav., 1967.
Giurisdizioni speciali, procedimenti amministrativi contenziosi, giudizi “a quo”, in Giur. cast., 1967 e in Temi romana, 1967.
Sul limite della polizia dello spettacolo e sulla diversa garanzia co­stituzionale dei “fini” delle riunioni e delle associazioni, in Giur. cast. 1967.
Propaganda politica e disciplina della proprietà pubblica e privata,ivi, 1968. Inchieste parlamentari e inchieste regionali, in Giur. ital., 1969 e in Studi Cagliari voi. XLVI, 1969-70.
L’annullamento ”parziale” nei conflitti di attribuzione, fra opportu­ nità e chiarezza, in Giur. cast., 1969.
In tema di regolamenti interni dei Consigli regionali “trattati come” leggi, in Giur:. cast., 1970.
L’incapacità a succedere del coniuge del binubo e gli artt. 3 e 29 della Costituzione, ivi, 1970.
Strumentalità del diritto di riunione e natura del preavviso nella giurisprudenza della Corte costituzionale, ivi, 1970.
Ancora sul “deposito in cancelleria” come ”pubblicazione” delle pronunce di illegittimità costituzionale, ivi, 1970.
Il nome delle associazioni e l’alt. 18 della Costituzione, ivi, 1971.
Ordine pubblico, ordine pubblico costituzionale, ordine pubblico secondo la Corte costituzionale, ivi, 1971.
La negata incostituzionalità dell’accompagnamento coattivo di pubblica sicurezza, ivi, 1972.
Jus admittendi e jus prohibendi, contitola1ità e titolarità derivata nella problematica della libettà domiciliare, ivi, 1972.
Intercettazioni telefoniche del coniuge, utilizzabilità delle prove il­lecite e unità familiare, in Dir. eccl. 1973 e in “Studi in onore di Giuseppe Chiarelli”, voi. II, Giuffrè, Milano, 1974.
Effettività del diritto di difesa e potere giudiziario di cautela, in Giur:. cast. 1974. Azienda di “tendenza” e indirizza ”politico” del giornale, in Di. ra­diodiff. 1975.
Sulla sindacabilità degli atti coercitivi della commissione inqui­rente, in Giur: cost. 1976.
Tramissioni radiotelevisive e c.d. diritti dell’utente, ivi, 1976.
Affìssione diretta di manifesti, capacità contributiva e libertà di espressione del pensiero, ivi, 1977.
Ancora sulla legittimità dei poteri coercitivi della Commissione inquirente, ivi, 1977. Ma l’art. 32 c.c.n.l. identifica, o non, la “clausola di coscienza” dei giornalisti? in Mass. giw: lav. 1977.
Liceità “condizionata” delle emittenti locali e disciplina pubblica dell’impresa radiotelevisiva privata, in Diritto radiodiff. e telecom., 1979.
La tutela dell”‘habeas corpus” degli imputati nel processo penale costituzionale in Processo Lockeed, suppi. a Giur. cast., 1979.
Diritti degli handicappati e inadempienze della pubblica ammini­strazione in Giust. civile, 1980.
Inammissibilità del referendum sulla caccia per incoerenza o per eccessiva elaboratezza del quesito? in Giur. cast., 1981, I.
Ragionevolezza abnonne o stato d’emergenza? ivi 1982, I.
Atti coattivi “esterni” delle commissioni parlamentari d’inchiesta e sindacato giurisdizionale, ivi, 1984, II.
“Segnali” della Corte in materia radiotelevisiva, ivi, 1984, I.
L’assoluzione del legislatore capriccioso, ivi, 1985, I.
Ripetitori di programmi esteri e incongruenze giurisprudenziali, ivi, 1986, II.
Davvero inammissibili le ispezioni giudiziali preventive sulla per­sona dei lavoratori dipendenti? ivi, 1986, I.
Osservazioni alla sentenza del Tribunale di Alessandria 24 maggio 1986 n. 173 in tema di ripetitori di programmi esteri, ivi, 1986, II.
Due tesi discutibili: l’inammissibilità dei vizi di notifica e la neces­saria “vacatio in jus” del Presidente del Consiglio dei Ministri, nel “giudi­zio su ricorso” della Regione per conflitto di attribuzioni contro lo Stato, ivi, 1986,I.
Zone protette e “oneri” dei visitatori. (Tra funghi e libertà) in Le Regioni, 1987.
Le trasmissioni radiotelevisive verso l’estero: dalla riserva allo Stato al regime di autorizzazione discrezionale, in Giur. cost., 1987, I.
Postilla in tema di tutela penale contro le interferenze radiotelevisi­ ve, ivi, 1987, II.
Sulla declatoria di incostituzionalità di una disposizione onnai inefficace di un decreto legge già radicalmente emendato; sulla competenza delegata “concorrente” in materia paesaggistica e sul “messaggio” della Corte costituzionale contro la reiterazione dei decreti legge, ivi, 1988, I.
Il convivente more uxorio, il “separato in casa” e il c.d. diritto ”fon­damentale” all’abitazione, ivi, 1988, I.
Tra “indici sintomatici di pubblicità” e riserva assoluta di legge. (A proposito della individuazione della natura giuridica della RAI), ivi, 1988, Il.
Sulla rilevanza della questione di legittimità costituzionale dell’art. 180 l. n. 633 del 194I e sulle nonne costituzionali concernenti la libertà d’impresa, ivi, 1990.
La dignità del pregiudicato, ivi, 1990.
Rinvio governativo di delibera legislativa regionale a fine legisla­tura: richiesta di riesame o veto? ivi, 1991.
Segreto bancario e asserita maggior tutela dei valori personalistici, ivi, 1992.
Sull’uso del decreto legge, in luogo del decreto delegato, per elude­re i principi della delega, ivi, 1992.
Nuove frontiere della liberlà di «comunicare riservatamente, (o, piuttosto, del diritto alla riservatezza)?, ivi, 1993.
Procedimento giurisdizionale in materia disciplinare e deroga al principio di pubblicità, ivi, 1993.
Nome, soggettività giuridica e identità personale, ivi, 1994.
Legittime le leggi retroattive in materia elettorale?, ivi, 1994, non­ché negli “Scritti in onore di Alberto Predieri”, Tomo II, Giuffrè, Milano, 1996.
La società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo: impresa come «sostanza» e proprietà pubblica come mera «forma»?, in Giu1: cost., 1995.
Il “nulla osta” parlamentare a che il giudice possa decidere la cuasa nel merito: una questione, ex arl. 24 comma 1, 68 comma 1 e 101 comma 2 Cost.., ormai da archiviare?, ivi, 1996.
Supe1iorità della Costituzione ed efficacia immediata della senten­za d’incostituzionalità, ivi 1997.
Misure di prevenzione personale contro la violenza negli stadi ed esercizio del diritto di difesa con «forme semplificate», ivi 1997.
Violazione della «libertà sociale» o, piuttosto, restrizione irrazionale della «liberlà individuale»?, ivi 1998.
L’insindacabilità parlamentare tra la «libertà della funzione» (delle Camere) e la verifica (non più soltanto «esterna»?) del corretto esercizio del potere», ivi 1998.
L’asserita funzionalità al sindacato politico della “privata” libertà di informarsi (in un conflitto di attuazioni che avrebbe potuto essere risol­to assai più semplicemente), ivi 1998.
Morte di una Costituzione, ivi 1999, nonché, tradotta in spagno­lo, in Revista espanola de derecho constitucional, n. 57, 1999.
La Corte disconosce il valore costituzionale della libertà di concor­renza?, in Giur. cost., 1999.
Postilla (critica) a proposito della efficacia inibitoria della delibera parlamentare d’insindacabilità, ivi 1999.
L’art. 68 comma 1 Cast. e la «svolta» interpretativa della Corte costituzionale nelle sentenze nn. 10 e 11 del 2000, ivi 2000.